Roma, 11 dicembre 2023 – Quasi un femminicidio ogni tre giorni. Sono 110 le donne ammazzate in Italia nel 2023 (+5% il raffronto gennaio-settembre con lo stesso periodo del 2022). Lo specchio insanguinato della violenza di genere restituisce l’immagine di un Paese dove è "doveroso occuparci di questo fenomeno tutti i giorni, non solo quando c’è un evento particolarmente drammatico", dichiara Stefano Delfini, direttore del Servizio analisi criminale della polizia. Non occorre andare lontano: oltre la metà delle vittime trova la morte per mano del partner o dell’ex, e quasi la totalità delle uccise (92 su 103 considerando anche il caso di Rossella Cominotti, morta per mano del marito Alfredo) chiama in causa direttamente l’ambito familiare e affettivo.
I dati dei primi nove mesi dell’anno elaborati dal Servizio analisi criminale raccontano con la forza dei numeri quanto l’emergenza sia viva. Perché dietro quelle cifre, quei segni "più", quelle percentuali, ci sono donne che soffrono e che rischiano, a volte senza nemmeno rendersene conto, persino la propria vita. Nove vittime di stupro su dieci sono donne. E fra queste quasi una su tre (il 29%) è minorenne. La percentuale di under 18 risulta significativa anche nel revenge porn. Il 17% tra le vittime donne – il 69% del totale – è difatti minore.
Tra i passaggi salienti del report "Il pregiudizio e la violenza contro le donne", colpisce anche l’aumento del 33% tra gennaio e settembre (rispetto all’analogo periodo 2022) degli ammonimenti del questore per violenza domestica e del 17% di quelli per stalking. Una doppia prova statistica: da un lato, della gravità dei problemi; dall’altro, della crescente attenzione delle forze dell’ordine nel campo della prevenzione. Diminuiscono, invece, del 17% i provvedimenti di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare.
Aumentano purtroppo i reati spia contro donne disabili. In un anno si contano 324 casi totali tra maltrattamenti contro familiari o conviventi, stupro e stalking. "Dobbiamo fare di più perché la violenza degli uomini contro le donne rappresenta un’assoluta violazione dei diritti umani", osserva Stefano Grassi, direttore centrale della polizia criminale. Secondo il prefetto Grassi "c’è bisogno di fare rete" e "lavorare sugli uomini".
Dalle statistiche dei reati arriva un soffio di speranza. Stalking, maltrattamenti contro familiari o conviventi e violenze sessuali registrano tutti un decremento. Il primo del 13%, gli altri due del 12%. Dati in controtendenza rispetto all’esplosione delle minacce online contro le donne: +24%. Le 371 denunce censite dalla polizia postale nei primi dieci mesi dell’anno superano infatti, con due mesi d’anticipo, le 347 denunce registrate nell’intero 2022. In otto casi su dieci le minacce transitano dai social o dalle app di messaggistica. Sono gli stessi "luoghi virtuali" dove si verifica la maggior parte delle molestie online: 377, fino a ottobre, + 10% rispetto allo stesso periodo del 2022.
C’è tanto da fare. Lo dimostra anche la distruzione della panchina rossa contro la violenza di genere inaugurata ieri alla Sapienza e vandalizzata nel giro di due ore. Il grido delle attiviste di Zaum segnala l’esigenza di un dibattito sulle priorità: "A noi delle panchine non frega nulla, vogliamo centri antiviolenza e consultori".