Il tavolo tecnico sul Piano Casa 2025, riunitosi per la prima volta lo scorso 19 dicembre su iniziativa del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, prosegue il suo lavoro di pianificazione. L’agenda parte dall’obiettivo di avviare un Piano Casa a partire dal 2025 che possa affrontare in maniera organica problemi annosi quali, ad esempio, il disagio e l’emergenza abitativa. Come ha spiegato il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sono già state pubblicate «idee relative alle macroaree di lavoro condivise con enti, associazioni e altre realtà interessate dal tema, alcune delle quali costituiranno tavoli tecnici tematici». Le tappe che porteranno all’avvio del Piano Casa prevedono di dare una risposta alle richieste di associazioni e stakeholder, a partire dall’invito ad una maggiore rapidità degli interventi edilizi, della promozione di collaborazioni tra pubblico e privato per interventi di housing sociale, il recupero del patrimonio ERP, ma anche la possibilità di destinare alloggi privati invenduti all’edilizia fiscale o prevedere, al riguardo, appositi incentivi fiscali. Il lavoro, dunque, prosegue per garantire un seguito all’interlocuzione tra Ministero e associazioni. Di certo, la riconversione e la riqualificazione del patrimonio pubblico inutilizzato o in disuso è uno dei temi più caldi. Al Governo viene chiesto di agevolare l’accessibilità di tali immobili prevedendo un processo di semplificazione burocratica che possa consentire cambi di destinazione d’uso o interventi edilizi più veloci. Questo significa, in definitiva, redigere un nuovo Testo Unico delle Costruzioni che contempli una normativa edilizia e urbanistica aggiornata in base alle attuali esigenze. Al tavolo di lavoro troviamo, tra le proposte, quella che prevede l’assegnazione di immobili, aree ed edifici statali e parastatali non utilizzati ai Comuni. E che siano i Comuni stessi, dopo la loro riconversione in alloggi sociali o destinati agli studenti, a gestirli. In questi casi sarebbero poi apposite Aziende Casa ad occuparsi fattivamente del recupero degli immobili pubblici in disuso. Nel Piano Casa anche i soggetti privati avranno un ruolo cruciale. attraverso partnership pubblico-private potrebbero essere introdotti finanziamenti strutturali ai fini di sviluppare progetti di housing sociale. Tra i criteri per il futuro dell’edilizia si sottolinea la necessità di coltivare la mixitè sociale, ovvero politiche urbane che evitino la ghettizzazione all’interno del territorio. Al tavolo tecnico sul Piano Casa 2025 si discute anche di tasse, ovviamente. Si ipotizzano imposte di registro e ipocatastali fisse per agevolare i costi ai soggetti acquirenti che hanno l’obiettivo di realizzare piani di edilizia residenziale, ma si parla anche di esenzione IMU per quanto riguarda gli immobili che vengono recuperati e rimessi in uso. Infine, si guarda agli immobili privati invenduti o oggetto di aste giudiziarie, visti come una risorsa per il futuro. Il tavolo propone che tali immobili, in accordo con i proprietari, vengano venduti ai Comuni per trasformarli in alloggi sociali.
EconomiaNumerose proposte per il Piano Casa 2025 Tavolo tecnico al Ministero delle Infrastrutture