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Tumore al polmone, lotta al fumo puntando sui giovani

Silvia Novello: sarebbe possibile prevenire 4 casi su 5. Screening sui tabagisti

22/06/2023
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In Italia, ogni anno, vengono diagnosticati più di 40mila casi di tumore al polmone, l’80% di questi è correlato alla dipendenza da fumo di sigaretta, ma esistono anche altri fattori di rischio ormai noti, come l’inquinamento atmosferico e ambientale, l’esposizione lavorativa a fattori cancerogeni e il radon. Questi dati sono stati evidenziati da Silvia Novello, presidente Walce, Women Against Lung Cancer in Europe, nel corso della presentazione di Respiro Impatto Zero – Aria nuova nei polmoni della next generation, campagna promossa da MSD con l’attore Pino Insegno e la giovane influencer Martina Socrate protagonisti di una sit-com divertente, attraverso la quale vengono lanciati messaggi salutari.

 

Professoressa Novello, come preservare la salute dell’apparato respiratorio fin da adolescenti?

“Dato che il fumo resta il fattore di rischio principale, è fondamentale mettere in guarda da subito sui danni causati dalle sigarette, prima che certe abitudini siano radicate. Smettere di fumare abbatte progressivamente il rischio di sviluppare un tumore del polmone. La malattia può insorgere anche a distanza di 10-15 anni dal momento in cui si è spenta l’ultima sigaretta. Ecco perché è importante rivolgersi ai giovani, raggiungerli con messaggi coinvolgenti, comprensibili e condivisibili”.

 

Quali sono i primi avvertimenti che devono fare presa?

“Primo consiglio deve essere sicuramente quello di non fumare, men che meno esporsi al fumo passivo. Viene poi la raccomandazione a condurre uno stile di vita sano, praticando attività fisica regolare, una dieta bilanciata genuina. Altrettanto opportuno limitare i fattori di rischio ambientali, evitare l’esposizione agli inquinanti, preservare la qualità dell’aria che respiriamo in casa, all’aperto e negli ambienti di lavoro”.

 

Molti giovani sono convinti sostenitori dei sani stili di vita, altri meno… e continuano a fumare, a bere, a vivere in un ambiente malsano in quanto esposto agli inquinanti…

“Infatti, di fronte a tali situazioni è auspicabile che l’intera popolazione, specialmente quella a rischio, sia sottoposta a controlli periodici appropriati, al fine di identificare la malattia tempestivamente, se questa dovesse insorgere, e cercare di limitare il più possibile le conseguenze”.

 

Come è possibile arrivare alla diagnosi precoce?

“Posso citare un esempio illuminante, di grande attualità. Da un anno a questa parte è stato avviato il programma della Rete Italiana Screening Polmonare (RISP), finanziato dal ministero e promosso dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Questa iniziativa nasce per avviare in Italia lo screening del tumore polmonare con l’utilizzo della TC spirale a bassa dose. Lo studio punta a misurare l’efficacia di questa strategia e si rivolge in questa fase a 10soggetti considerati a rischio, tra i 55 e i 75 anni, forti fumatori o ex-fumatori”.

 

Che cosa si può fare se, nonostante tutto, ci si ammala di tumore al polmone?

“La prevenzione secondaria ha tra i suoi obiettivi quello di identificare precocemente la malattia, quando questa è ancora suscettibile di una resezione chirurgica radicale. Oggi circa un quarto dei pazienti viene diagnosticato in questo stadio di malattia, che è l’unico stadio per cui si possa prospettare una operazione rimuovendo la massa neoplastica, negli altri casi è comunque possibile impostare una cura. La diagnosi precoce potrebbe quindi essere fondamentale per migliorare l’indice di guarigione del tumore al polmone”.

 

Quali considerazioni hanno spinto Walce a concedere il patrocinio alla campagna Respiro Impatto Zero?

“Da anni lanciamo campagne di prevenzione primaria, perché questo è un investimento che produce risultati. Ogni fascia di popolazione viene colpita e risponde a messaggi e stimoli diversi, perché diverse sono le aspettative, i bisogni e le abitudini. Respiro Impatto Zero è assolutamente in linea con un lavoro fatto da Walce in modo costante per 15 anni, e affronta temi di attualità molto cari alla generazione Z”.