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Tosse cronica, sibili e fiato corto: campanelli d’allarme della Bpco

Le difficoltà nel respiro crescono nel tempo: servono test della funzionalità polmonare e radiografia per la diagnosi

18/12/2023 - di Roberto Baldi

BPCO è l’acronimo di broncopneumopatia cronica ostruttiva, malattia respiratoria risultante da restringimento patologico delle vie aeree dell’albero bronchiale (bronchi e bronchioli) e da una serie di conseguenti difficoltà di respiro, soprattutto durante la fase di espirazione, a causa essenzialmente di bronchite cronica (infiammazione dei bronchi) ed enfisema polmonare (malattia cronica degli alveoli polmonari ovvero delle piccole cavità sacculari dei polmoni in cui hanno luogo gli scambi gassosi tra sangue e aria atmosferica introdotta con la respirazione).

 

Negli Stati Uniti, circa 16 milioni di persone sono affette da questa malattia. In tutto il mondo si calcola che il 15% dei fumatori ne è affetto. Le caratteristiche più frequenti sono tosse cronica con produzione di catarro, fiato corto soprattutto in corso di attività, sibili prevalenti in corso di espirazione. senso di costrizione toracica.

 

I sintomi iniziali sono lievi e sottovalutati dal paziente soprattutto se si tratta di un fumatore che considera non preoccupante avere del catarro al mattino e faticare a fare le scale. Col tempo la tosse diventa cronica e caratterizzata dalla produzione di muco. Col progredire degli anni i sintomi possono aggravarsi con aumento della difficoltà respiratoria, frequenti infezioni bronchiali, in particolare nei mesi invernali. La difficoltà respiratoria maggiore compare gradualmente nell’arco di un lungo periodo e nei casi più gravi può arrivare a limitare le normali attività quotidiane.

 

La diagnosi si pone con radiografia toracica e test della funzionalità polmonare. L’astensione dal fumo imputato principale della malattia e l’assunzione di farmaci che mantengano aperte le vie aeree sono approcci fondamentali. Le forme gravi potrebbero richiedere l’assunzione di altri farmaci, l’ossigenoterapia, la riabilitazione polmonare o, in rari casi, un intervento chirurgico di riduzione del volume polmonare. Le riacutizzazioni impongono attenzione particolare e devono essere trattate il prima possibile. L’eventuale sopravvenienza di infezione batterica richiede trattamento antibiotico con trimetoprim/sulfametoxazolo, doxiciclina, amoxicillina/clavulanato. Per pazienti con infezioni più gravi in cui non abbia funzionato l’antibiotico tradizionale utili azitromicina, claritromicina, levofloxacina, cefalosporine. cortisonici.

 

Della BPCO in senso stretto non si può guarire, perché le lesioni determinatesi a livello dell’apparato respiratorio sono generalmente irreversibili e costringono inevitabilmente a un regime di vita morigerato, ma si può mantenere un equilibrio accettabile attraverso adeguate precauzioni diagnostico-terapeutiche evitando quella tosse fastidiosa che, secondo gli ottimisti irrobustisce gli addominali e secondo i realisti è prodromica talvolta di bronchite cronica ostruttiva con cui bisognerà fare i conti per tutta la vita.