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Telemedicina, novità nella gestione della sclerosi multipla

I risultati dell'indagine progetto EcoSM. In giugno al via una piattaforma per teleconsulto

02/12/2023

Gli strumenti della telemedicina nella gestione della sclerosi multipla possono essere utilizzati efficacemente per offrire una migliore assistenza ai pazienti, ma questo processo richiede un sostegno adeguato per superare la fase di avviamento. Questo quanto emerso durante la presentazione dell’indagine progetto EcoSM (Ecosistema digitale di assistenza e monitoraggio del paziente con sclerosi multipla) promossa dalla Società Italiana di Neurologia (SIN), dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) e da Biogen, in collaborazione con ILHM-Unict e col contributo del Cergas di SDA Bocconi.

 

Secondo i dati emersi dall’indagine, il 45% dei pazienti intervistati utilizza già strumenti di televisita con un alto livello di soddisfazione (67%). Tuttavia, il processo innovativo potrebbe trovarsi ad un punto di svolta se non vengono superate alcune barriere strutturali. Claudio Gasperini, coordinatore del Gruppo di Studio SM della Società Italiana di Neurologia, sottolinea l’importanza di coinvolgere le istituzioni e i decisori al fine di garantire una piena integrazione della telemedicina.

 

Secondo i professionisti interpellati, gli ostacoli che impediscono un utilizzo più ampio della televisita sono l’assenza di adeguate dotazioni tecnologiche (87%) e di finanziamento (40%). Tra le condizioni ritenute necessarie, vi sono le attività di contatto preliminare del paziente, l’invio anticipato di referti ed esami, la qualità audio e immagini, l’acquisizione del consenso del paziente e la presenza di un caregiver.

 

Il progetto EcoSM è stato sviluppato per offrire risposte personalizzate ai pazienti affetti da una malattia cronica ad alta complessità. Durante la pandemia, si è assistito a un’applicazione artigianale della telemedicina attraverso l’uso estemporaneo di telefono, Skype, sms, WhatsApp ed email. In questo senso il professor Gasperini ha sottolineato l’importanza di mettere in comunicazione la rete della sclerosi multipla, oltre che nella televisita, anche per il teleconsulto.

 

Nel progetto EcoSM, è stato effettuato uno studio dell’attività assistenziale standard svolta in ambulatorio, distinguendo tra ciò che può essere realizzato all’interno dell’ospedale e ciò che può essere svolto in remoto. Ciò ha permesso di identificare le attività che possono essere svolte utilizzando la telemedicina, garantendo una continuità nella terapia evitando la frammentazione dei servizi offerti ai pazienti.

 

Secondo Gasperini, la pratica clinica richiede un approccio face to face quando si tratta di comunicare una diagnosi importante a pazienti giovani. Diversamente si rivela utile per il monitoraggio di un trattamento già impostato, quando si tratta principalmente di eseguire controlli periodici. Questo può essere fatto a distanza, tramite telemedicina, evitando viaggi lunghi per raggiungere il centro e riducendo i costi sociali e l’impegno dei caregiver.

 

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Alessandro Padovani, presidente della Società Italiana di Neurologia, considera la telemedicina, in questa fase, un utile banco di prova per favorire l’evoluzione dei modelli di gestione e organizzazione delle cure e dei servizi in ambito neurologico. Tecnologie e strumenti digitali sono espressioni del cambiamento in atto, un percorso da portare avanti in un’ottica di efficacia, sicurezza e sostenibilità della cura.

 

Medici attrezzati

Presto avremo a disposizione una piattaforma nazionale che faciliterà l’implementazione omogenea dei percorsi di cura a distanza su tutto il territorio. Ne ha parlato il direttore di Agenas, Domenico Mantoan. La telemedicina sarà sottoposta a un periodo di collaudo, e sarà pienamente operativa a partire dal mese di giugno. Uno degli obiettivi principali per gli anni 2024-2025 è quello di stabilire le regole dell’interoperabilità e rendere disponibili postazioni per la telemedicina a tutti i medici già dal prossimo anno. Per questo motivo, sarà indetta una gara di circa 200 milioni di euro per l’acquisto dei dispositivi necessari.

 

La piattaforma collegherà vari centri tra di loro attraverso centrali operative territoriali, in modo da creare un vero e proprio percorso informativo e di conoscenza sui nuovi modelli di cura. L’obiettivo finale è ridurre le disparità territoriali e migliorare l’accesso ai servizi sanitari sul territorio nazionale.

 

La telemedicina si preannuncia come una soluzione per garantire migliore accessibilità e qualità delle cure, accorciando le disuguaglianze e riducendo gli spostamenti spesso disagevoli. Non resta che attendere con interesse l’entrata in funzione della piattaforma nazionale di telemedicina, destinata a rivoluzionare il modo in cui ci rapportiamo con il sistema sanitario.