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Sicurezza in acqua, i pericoli da evitare

Le raccomandazioni dell'Istituto Superiore di Sanità e della, Societò Italiana Medicina Ambientale (Sima)

17/08/2023

Immergersi preferibilmente in acque sorvegliate, mai con il mare mosso, osservare attentamente la segnaletica, assecondare gli avvertimenti dei bagnini e delle squadre di salvataggio. E ancora: educare i bambini all’acquaticità fin da piccoli, evitare di tuffarsi dopo aver mangiato o dopo un’esposizione prolungata al sole, evitare tuffi da scogliere o in zone impervie o isolate. Sono questi i consigli dell’Istituto Superiore di Sanità per prevenire la sindrome da annegamento, che puntualmente tornano alla ribalta nella cronaca, In Italia si contano 400 vittime in media ogni anno, il 10% in acque di laghi e fiumi. In tema di sicurezza in acqua riportiamo di seguito il decalogo di comportamenti elaborato dagli specialisti della Società italiana medicina ambientale (Sima).

I casi di cronaca: lago di Como e lago di Bolsena

Le acque interne, come i laghi e i fiumi, possono nascondere insidie e pericoli che vanno tenuti in considerazione. Ne sono un esempio tragico i casi di tragedia avvenuti nel lago di Como e nel lago di Bolsena. Una bambina di 11 anni è stata trovata morta a 20 metri di profondità nel lago di Como, mentre un ragazzo di vent’anni ha perso la vita nel lago di Bolsena dopo un tuffo dal pedalò. Questi episodi sottolineano l’importanza di essere consapevoli dei rischi presenti nelle acque interne.

Mulinelli, correnti, fondali

I pericoli delle acque interne sono principalmente legati a tre fattori: la formazione di mulinelli d’acqua e correnti nei fiumi, e gli improvvisi fondali alti nei laghi. È fondamentale essere consapevoli di queste possibili situazioni per evitare incidenti durante la balneazione o altre attività acquatiche. È consigliabile fare attenzione e informarsi sulle condizioni dell’acqua prima di fare il bagno.

Medicina ambientale, consigli pratici

Alessandro Miani, presidente della Società italiana di medicina ambientale (Sima), ha diffuso uno schema di comportamenti per promuovere la balneazione sicura. La prima raccomandazione è sempre quella di rispettare le regole fondamentali, informarsi sulle condizioni dello specchio d’acqua in cui si intende fare il bagno e prendere atto degli eventuali divieti presenti. Questo aiuta a evitare situazioni pericolose.

Errori di valutazione

Il buonsenso è l’elemento chiave per evitare incidenti nelle acque interne. È fondamentale usare il proprio giudizio e prestare attenzione alle condizioni dell’acqua e alle proprie capacità di nuoto. Evitare comportamenti avventati e rispettare le regole di sicurezza sono altri aspetti importanti per garantire una balneazione sicura.

Genitori e bambini, sorveglianza

I genitori giocano un ruolo fondamentale nella sicurezza dei propri figli nelle acque interne. È importante stare accanto ai bambini quando si trovano in acqua e utilizzare strumenti come braccioli, salvagenti, galleggianti e materassini per garantire una maggiore sicurezza. I bambini, soprattutto quelli che non hanno ancora imparato a nuotare, sono spesso le vittime più comuni degli annegamenti nelle acque dolci.

La lettura dei cartelli

Per garantire una balneazione sicura, è fondamentale raccogliere informazioni accurate sul luogo in cui si intende fare il bagno, prima di immergersi o prima di tuffarsi. Le informazioni aiutano a conoscere le peculiarità dello specchio d’acqua dove ci stiamo recando, al fine di scongiurare situazioni pericolose p inconvenienti che potrebbero mettere a rischio la propria sicurezza.

Salvagente, galleggianti, materassini

Nelle acque interne, il galleggiamento è meno efficace rispetto all’acqua di mare. Per questo motivo, è consigliabile l’utilizzo di salvagenti, braccioli, galleggianti e materassini per garantire un maggiore appoggio in acqua. Questi strumenti possono essere particolarmente utili per i bambini o per chi ha poca dimestichezza con l’acqua.

La prudenza è d’obbligo

La cautela è la miglior alleata per una balneazione sicura nelle acque interne. Seguire il buonsenso, essere consapevoli dei rischi legati alle acque interne, ottenere informazioni accurate sul luogo di balneazione e utilizzare i salvagenti sono elementi fondamentali per garantire la propria sicurezza in acqua. La responsabilità dei genitori nei confronti dei propri figli è inoltre un fattore importante da considerare. La precauzione e la prudenza sono i pilastri per godersi in modo sicuro le acque interne.

Imparare a nuotare

In alcuni casi ci può essere imperizia e avventatezza – spiega il presidente Sima, medicina ambientale – ma spesso chi decide di fare il bagno lo fa senza conoscere bene lo specchio d’acqua o senza saper nuotare”. Per questo motivo ”è sempre bene seguire alcune semplici regole: vietato uscire in acquascooter dopo il tramonto. Di notte, al buio, si va nel panico e diventa più difficile ottenere aiuto. Nel caso dei bambini, è bene che i genitori stiano accanto ai loro figli e sorveglino, invitando ad avvalersi degli utili strumenti gonfiabili: braccioli, salvagente, galleggianti, boe segnaletiche, materassini. Il più delle volte, infatti, le vittime di annegamento nelle acque dolci sono i più piccoli che non hanno ancora imparato a nuotare”.

Rispettare i divieti

Se vi sentite insicuri nel luogo che avete scelto per fare il bagno o per un po’ di refrigerio ”meglio prendere le giuste informazioni da chi vive sul posto – consiglia il professor Miani – Quindi leggere i cartelli relativi alla balneazione ed eventuali divieti. Ovviamente, se si ha ancora scarsa dimestichezza con l’acqua – conclude il leader della medicina ambientale – è fondamentale munirsi di salvagenti perché nell’acqua dolce si galleggia meno bene rispetto all’acqua di mare”.

Parola d’ordine: prevenzione

Le principali cause di annegamento sono quelle per malore improvviso (41%) per correnti di ritorno (34%), per inesperienza (18%), per caduta (3%) e per inconvenienti in corso di sport acquatici (2,9%). Gli anziani sono tra le principali vittime: il 28% ha più di 80 anni il 42% ha tra i 70 e i 79 anni, il 17% tra i 60 e i 69 anni. Seguono le fasce di età tra i 40 e 59 anni (9%) mentre appena il 2% è rappresentato da giovanissimi di un’età compresa tra 20 e 39 anni. “Gli anziani sono i più esposti perché più a rischio malori, afferma Fulvio Ferrara, Osservatorio nazionale annegamenti, ministero della Salute nel 2017 per capire le dinamiche – Stiamo parlando di soggetti più fragili, spesso affetti da una o più patologie, non nuotatori e per questo motivo il loro fisico si affatica. Non solo, negli anziani gli esiti post-salvataggio non sono gli stessi che vediamo nelle persone giovani, spesso sono esiti negativi anche dopo il ricovero in ospedale dove giungono ancora in vita”