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Psicologia dello sport, ecco come vive la sconfitta un tifoso deluso

Alcuni scienziati americani hanno studiato l’attività cerebrale durante la visione delle partite utilizzando la risonanza magnetica

28/11/2023
Cervello, ecco cosa si scatena nella mente di un tifoso deluso (Immagine di repertorio)

In Italia la passione per lo sport, in particolare per quanto riguarda il calcio, ha un valore profondo e pieno di significato nell’ambito dell’immaginario collettivo, tanto da essere ormai parte integrante della vita sociale e culturale del Paese. La passione per le sfide agonistiche è un’altalena emotiva che può portare alle stelle quando si esulta o far sprofondare nella delusione, ma è proprio questo mix di emozioni che rende il tifo un’esperienza così coinvolgente e condivisa. Aspettative troppo alte e irrealistiche, cambiamenti nel team e nella società, errori e comportamenti discutibili dei giocatori e decisioni arbitrali controverse sono solo alcuni dei principali motivi di rabbia, scontentezza e amarezza per gli ultras più sfegatati.

 

Calciatori

Di recente, durante il meeting annuale della Radiological Society of North America (Rsna), tenutosi a Chicago, è stata illustrata una ricerca che puntava a “far luce sui comportamenti e sulle dinamiche associate alla rivalità estrema, all’aggressività e all’affiliazione sociale all’interno e tra gruppi di fanatici”, come ha spiegato l’autore principale Francisco Zamorano Mendieta, professore associato dell’Universidad San Sebastián di Santiago del Cile. Lo studio si è concentrato proprio sul calcio perché gli appassionati del pallone sono noti per il senso di fedeltà alla squadra e per la carica di entusiasmo che li pervade e che trasmettono sugli spalti dello stadio, dalla gradinata alla tribuna, in particolare in Europa e in Sud America.

 

Nell’arco di novanta minuti – la durata standard di una partita di pallone – gli animi dei tifosi spaziano attraverso un’ampia scala di emozioni. Esultano quando i loro beniamini segnano o sono protagonisti di azioni di successo e si infuriano per un gol mancato, un rigore sbagliato, un netto vantaggio da parte degli avversari. Secondo Zamorano, l’entusiasmo o lo scoramento potrebbero rappresentare un esempio efficace di intensi investimenti emotivi, ma anche di comportamenti occasionalmente aggressivi e di razionalità compromessa, in relazione ai risultati in campo.

 

Emozioni

Ha sottolineato l’esperto: “Il fandom sportivo, cioè l’universo dei fan, offre un’opportunità unica per analizzare come l’intensa devozione influisce sull’attività neurale in un contesto meno controverso rispetto ad altre arene come quelle delle posizioni politiche, della lealtà elettorale, dell’etnia o della spiritualità. E permette di evidenziare in particolare il ruolo delle emozioni negative, i relativi meccanismi di controllo inibitorio e le possibili strategie adattative”.

 

Quello che questo studio ha chiarito è proprio il meccanismo che si verifica nella mente del tifoso appassionato a seconda del risultato in campo. “Quando la squadra del cuore vince, nel cervello si attiva un sistema di ricompensa (tipico dei momenti in cui si raggiunge un traguardo, ndr). Di fronte alla sconfitta, invece, si può attivare la rete di mentalizzazione, che porta il tifoso a uno stato introspettivo”. L’attività cerebrale dei partecipanti alla ricerca è stata misurata utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), una tecnica di imaging non invasiva che rileva le variazioni nel flusso sanguigno all’interno delle cellule cerebrali.

 

Mentalizzazione

La mentalizzazione è un concetto psicologico che si riferisce alla capacità di comprendere e interpretare i propri pensieri e i pensieri degli altri. È un aspetto importante dello sviluppo cognitivo e sociale, giocando un ruolo chiave nelle relazioni interpersonali e nella comprensione degli stati mentali altrui.

 

Quando una persona mentalizza, in parte, può contenere la delusione della sconfitta. Ma accade anche altro, come ha aggiunto il ricercatore: “Abbiamo anche osservato, in casi simili, l’inibizione dell’hub cerebrale che collega il sistema limbico con le cortecce frontali. Viene ostacolato il meccanismo che regola il controllo cognitivo e aumenta la probabilità di cadere in comportamenti esplosivi o persino violenti”.