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Melodie e canzoni: così si mantiene giovane la mente

Individuati i benefici che derivano da vocalizzi, cori e musica d'insieme

12/02/2024

Perché piace tanto il Festival di Sanremo? La musica è un linguaggio universale con cui entriamo in contatto già in fase prenatale, quando siamo ancora embrioni nel grembo materno. Spesso nenie e canzoncine diventano uno dei primi strumenti di comunicazione tra noi e l’ambiente esterno. Ma anche in tarda età quest’arte potrebbe rappresentare un importante supporto, per noi. Non solo per evocare ricordi, entrare in connessione con la nostra interiorità, emozionarci e divertirci, ma anche per tenere in allenamento i neuroni. È quanto emerge anche da un nuovo studio pubblicato sull’International Journal of Geriatric Psychiatry, condotto da esperti dell’università di Exeter del Regno Unito.

 

In gruppo

I risultati dei test cognitivi e di altre analisi degli studiosi britannici, portati avanti su 25mila persone di età superiore ai 40 anni, mostrano che suonare uno strumento, in particolare il pianoforte, sembra essere effettivamente legato al miglioramento della memoria e della capacità legata alla risoluzione di compiti complessi, le cosiddette funzioni esecutive. Suonare con altre persone, poi, amplifica i benefici. La ricerca, inoltre, suggerisce che anche il canto può contribuire a contrastare l’invecchiamento mentale. Quindi l’ideale, potendolo fare, sarebbe entrare a far parte di un’orchestra o di un coro da frequentare regolarmente. Lo studio in questione, invece, non ha evidenziato una connessione significativa tra l’ascolto della musica e la capacità cognitiva, un aspetto che potrà essere indagato in ulteriori ricerche.

 

Consigli

Quello che aggiungono gli accademici di Exeter nella loro relazione è che suonare e cantare, ancor meglio se si fanno in gruppo, sono attività a cui ci si dovrebbe dedicare per tutta la vita. Se si è un genitore, si dovrebbe abituare il bambino e aiutarlo ad affinare l’orecchio cantandogli filatrocche e ninne nanne. Se un tempo si suonava uno strumento che poi si è lasciato da parte, andrebbe ripreso. Potrebbe essere interessante, inoltre, per istituzioni e associazioni, studiare dei programmi specifici che includano la musica per i malati di demenza e di altre malattie neurodegenerative.