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Malati oncologici, sinergia tra specialisti ospedalieri e territorio

Conciliare le esigenze dei medici di base nel gestire le problematiche oncologiche sul territorio e individuare le modalità di integrazione con gli specialisti ospedalieri, facilitando il percorso di presa in carico del paziente

11/11/2022

Le prognosi dei pazienti colpiti da tumore, complici i sensibili progressi di medicina e ricerca, sono migliori rispetto ad anni fa. Oggi i malati oncologici hanno una aspettativa di vita sempre più lunga e spesso tendono a cronicizzarsi o a guarire. La differente progressione della malattia impone una riflessione circa il cambio di approccio nella gestione del paziente: è sempre più urgente, infatti, una solida interazione tra ospedale e medici del territorio.

 

Fase di transizione

Parte da questa consapevolezza imprescindibile la seconda edizione del CIPOMO DAY, dal titolo “Il tempo della transizione” – organizzato dal Collegio Italiano Primari Oncologi Ospedalieri in collaborazione con la FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, un’occasione di confronto costruttivo anche tra specialisti oncologi e medici di medicina generale. L’obiettivo è far emergere da un lato le esigenze della medicina territoriale nell’affrontare le problematiche oncologiche sul territorio, dall’altro è individuare le modalità di integrazione con gli specialisti ospedalieri affinché venga facilitato il percorso di presa in carico del paziente.

 

I numeri del cacnro

In Italia la mortalità per tumore nel 2021 è in riduzione, con una stima di 181.330 decessi nel 2021 (100.200 uomini e 81.100 donne), con un calo di 1.870 morti rispetto all’anno precedente. Anche i tassi di mortalità per tutti i tumori nel nostro Paese sono decisamente più bassi rispetto alla media europea, e nel corso degli ultimi 6 anni sono diminuiti del 9.7% negli uomini e dell’8% nelle donne. Dati molto incoraggianti si sono registrati in particolare per il tumore dello stomaco (-18.4% negli uomini e -25% nelle donne) e del colon-retto (-13.6% e -13.2% rispettivamente in uomini e donne). Per il tumore del polmone si assiste ad una riduzione del tasso di mortalità del 15.6% negli uomini mentre, al contrario vi è un aumento del 5% nelle donne.

 

Integrazione tra sistemi sanitari

“Si parla tanto di integrazione ospedale territorio – dichiara Luigi Cavanna, Presidente del CIPOMO – e, per perseguirla, sono preziose le occasioni di confronto costruttivo tra specialisti oncologi e medici di famiglia. Ecco perché con il CIPOMO DAY, in maniera pionieristica, abbiamo voluto con forza dare vita ad un evento che ha proprio questo obiettivo: solo attraverso la collaborazione tra oncologi e i medici di famiglia è possibile capire come mettere a terra le strategie necessarie a dare risposte a questi differenti bisogni”.

 

Occorre dunque garantire continuità assistenziale dall’ospedale al territorio, affinché i pazienti siano sempre presi in carico senza discontinuità, durante i percorsi di follow-up, nella guarigione, o nella fase più delicata delle cure palliative. È questa una delle nuove sfide dell’oncologia che richiede una riorganizzazione assistenziale: un “ponte” tra ospedale e territorio che deve avere fondamenta solide.

 

Oltre tre milioni di pazienti

Ogni giorno in Italia oltre mille persone ricevono una diagnosi di tumore maligno e nel nostro Paese vivono oltre 3 milioni e 600 mila persone con tumore: “Una categoria di pazienti estremamente eterogenea – spiega il Presidente del CIPOMO – che annovera persone già guarite o che stanno intraprendendo un percorso verso la guarigione e quindi sottoposte a terapie chiamate ‘neoadiuvante o adiuvante’. Pazienti in follow up ed anche quanti invece devono combattere con un tumore metastatizzato, la cui guarigione diventa molto più difficile da raggiungere. Tutte persone con bisogni estremamente diversi che hanno come unico e solo punto di riferimento le oncologie delle strutture ospedaliere”. Questo non è più sufficiente: “Dobbiamo capire come governare questo necessario percorso di ‘transizione territoriale’ – aggiunge il prof Cavanna – come gestire il passaggio di consegne ospedale-territorio in maniera coordinata e di collaborazione continuativa tra specialista, medicina generale e l’oncologo che andrà a operare sul territorio”.