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Vaccino light in vista della prossima epidemia influenzale

L'Oms, sulla base delle proiezioni, prevede una stagione meno virulenta

12/04/2024

Il quadro tracciato dall’Osservatorio Influenza tramite il suo direttore scientifico – il professor Fabrizio Pregliasco, anche direttore sanitario d’azienda dell’IRCCS ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano – lascia cautamente sperare circa la prossima stagione influenzale. “La stagione influenzale 2024-2025 non sarà particolarmente pesante come è stata quella dello scorso anno perché i virus non sono particolarmente cambiati e pertanto una rilevante quota di persone, che hanno contratto il virus lo scorso anno, potranno godere una sorta di protezione. Ciò nonostante, occorrerà vedere come evolverà il virus in quanto non è solo la composizione dello stesso a determinare il numero di casi di influenza ma anche le condizioni meteorologiche e ambientali. È quindi sempre importante non sottovalutare il richiamo vaccinale, in particolare per i soggetti a rischio e avanti con l’età”.

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla base dei dati della Rete sentinella mondiale di sorveglianza dell’influenza, ha stabilito la composizione vaccinale per il prossimo autunno; e a settembre farà la stessa cosa per l’emisfero australe al fine di continuare l’aggiornamento del vaccino in modo che sia il più vicino possibile ai virus circolanti. “Questa anticipazione è necessaria perché da questo momento le aziende produttrici potranno iniziare a sviluppare i vaccini antinfluenzali da commercializzare a partire dall’autunno 2024 e che ogni anno necessitano di una rivalutazione dal punto di vista della sicurezza e dell’efficacia, anche se si tratta ormai di tecnologie consolidate”, sottolinea Pregliasco.

 

Nell’ambito della composizione vaccinale quest’anno, sono previsti solo 3 stipiti virali: 2 di tipo A (uno AH1N1 e uno AH3N2 aggiornato quest’anno con una variante thailandese) e 1 di tipo B (B/Victoria che però non è stato aggiornato); l’Ema, Agenzia Europea dei Medicinali, ha infatti suggerito di “alleggerire” la formulazione non includendo più il ceppo B/Yamagata in quanto tale ceppo non risulta più in circolo da marzo 2020 e quindi non sembra più rappresentare una minaccia per la salute pubblica. Per informazioni e approfondimenti, “www.osservatorioinfluenza.it”