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La voce ha una componente ereditaria, scovato il gene

Cantare e recitare sono talenti che in parte vengono trasmessi dai genitori

12/06/2023
Medico donna che prende una cultura della gola - Crediti ISTOCKPHOTO

Colore e timbro della voce sono caratteristiche individuali, inconfondibili, una sorta di impronta digitale che solo gli imitatori, a volte, riescono a simulare, e che in parte ereditiamo dai genitori. Un articolo su Science Advances ora ci spiega che esistono varianti nella sequenza (mutazioni) del gene ABCC9 che influenzano le grandezze fisiche tipiche del parlato e del canto. Dunque il Dna, il genoma, gioca un ruolo, anche se intervengono nelle fasi della vita più fattori: ad esempio la profondità degli atti respiratori (diversa nelle persone atletiche e in quelle sedentarie) o la lingua madre parlata nelle conversazioni (francesi, inglesi, tedeschi, spagnoli o italiani articolano vocali e consonanti in maniera diversa, e questo si riflette nel timbro).

 

Esistono poi tantissime altre variabili che entrano in gioco, a seconda dell’impostazione delle corde vocali nella laringe, come sanno bene i cantanti lirici e gli attori di teatro quando interpretano una parte.

 

Tipicamente la voce cambia con il variare dell’anatomia umana, ovvero la corporatura si riflette nella dinamica toracica e nello sviluppo degli organi quali faringe, labbra, palato, arcate dentarie, seni paranasali. Entrano in gioco pure gli ormoni maschili e femminili, l’espressività deriva nondimeno dai sentimenti, dal carattere, dall’educazione della voce, dalla tensione del muscolo diaframma alla base dei polmoni: siamo nel solco della fonetica, e in medicina entriamo nel campo dell’ otorinolaringoiatria. Ultimo, ma non meno importante, il ruolo delle infiammazioni delle prime vie aeree. Sinusite, rinite, faringite, laringite e bronchite possono cambiare i connotati alla nostra voce, conferiscono a volte profondità, altre volte rendono la voce roca o sibilante, o nasale. Parlare è uno dei comportamenti umani caratteristici. Specialisti in fonologia e foniatria sono in grado di studiare nei minimi dettagli le frequenze di emissione, eppure le basi genetiche della voce e del linguaggio restano in gran parte sconosciute.

 

Un team di scienziati collegati al deCODE Health Study di Amgen, sussidiaria della casa farmaceutica, ha incrociato le registrazioni vocali di un campione di diecimila islandesi con i dati delle sequenze del genoma. In questo modo hanno identificato mutazioni comuni nel gene ABCC9 che sono associate a una voce più o meno acuta, sia negli uomini sia nelle donne. Le stesse varianti di sequenza sembrano collegate a un aumento della pressione arterovenosa misurabile con un comune sfigmomanometro. I ricercatori del deCODE Health Study di Amgen sono impegnati a studiare le interazioni tra genoma umano e malattie allo scopo di sviluppare terapie innovative. In questo senso hanno iniziato a individuare le prime componenti ereditabili. In un prossimo futuro si pensa che sarà possibile, attraverso registrazioni interfacciate ai big data e all’intelligenza artificiale, analizzare la voce del paziente in epoche diverse per cogliere disfonie e incongruenze elettroacustiche capaci di svelare sul nascere affezioni cardiorespiratorie (dalla polmonite da Covid-19 alle interstiziopatie, fibrosi e ipertensione polmonare, tanto per citare qualche esempio) in modo da poter avviare per tempo cure mirate.