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La vista si salva con la prevenzione

Piovella (Soi): «Oggi abbiamo soluzioni per oltre il 95% delle malattie che portavano alla cecità»

22/01/2023 - di Paola Benedetta Manca

Entro il 2030, complici l’invecchiamento della popolazione e la mancanza di risorse destinate alla salute, raddoppierà il numero dei non vedenti, colpiti da malattie come glaucoma, maculopatia e cataratta. È la stima effettuata dalla Società italiana di oftalmologia (Soi).

 

L’Organizzazione mondiale della sanità considera i difetti di vista la causa principale di ipovisione e cecità: 2,2 miliardi di persone nel mondo, secondo l’Oms, presentano una penalizzazione della vista: 123 milioni a causa dei difetti visivi, 826 milioni per la presbiopia, 65 milioni a causa della cataratta e sette milioni per il glaucoma.

 

La vista, però, si può salvare, soprattutto grazie alla prevenzione. In Italia sono circa 7.000 i medici oculisti che, ogni anno, scongiurano la cecità di circa un milione e mezzo di persone ed effettuano 20 milioni di visite. Fare il possibile per evitare di perdere la vista è la richiesta che arriva dalla Società italiana di oftalmologia (Soi).

 

«Dobbiamo occuparci dei nostri occhi – sottolinea il presidente Matteo Piovella – e noi medici oculisti dobbiamo metterci sulle spalle la capacità di far capire ai cittadini l’importanza di preservare la vista. Una visita oculistica, con le opportune tecnologie e le capacità degli oculisti di inquadrare ogni patologia – spiega – permette di trovare soluzioni fantastiche per oltre il 95% delle malattie che prima portavano alla cecità».

 

Riguardo alle azioni per una prevenzione efficace, il presidente della Soi ricorda quando fare una visita oculistica: «Alla nascita, entro i 3 anni; il primo giorno di scuola; dai 10 ai 15 anni per prevenire la miopia; quindi si salta ai 40, ogni 2 anni, fino ai 60 e, dopo, una volta all’anno». «Oggi – assicura Piovella –, esistono tutte le opportunità e la tecnologia per prevenire e per salvare la vista, anche in tarda età».

 

Sono tanti gli strumenti per correggere i difetti della vista e prevenire la cecità. A partire dagli interventi alla cataratta, eseguiti nel 2019 nel numero di 650.000. Costituiscono l’83% dell’attività di una divisione di oculistica e correggono tutti i difetti di vista. «Una rivoluzione che offre un vantaggio enorme per qualità della vita – sottolinea Piovella che ricorda che – effettuare l’intervento alla cataratta nella fase iniziale, senza le impegnative penalizzazioni visive che impediscono alle persone una vita sicura e normale, riduce le complicazioni intra-operatorie all’1%.

 

Oggi, però – ammonisce –, dobbiamo essere capaci di integrare nuove tecniche chirurgiche con le recenti tecnologie diagnostiche preoperatorie, unitamente all’impiego di dispostivi chirurgici digitali più avanzati, che hanno determinato, negli ultimi 20 anni, uno straordinario miglioramento del controllo degli interventi e della sicurezza di esecuzione, riducendo le complicazioni intra-operatorie che rischiano di far perdere la vista e rendendo l’intervento più sicuro, sostenuto da risultati migliori». Una svolta determinante – evidenzia – è stata data «dall’opportunità d’impianto di cristallini artificiali a tecnologia avanzata, capaci di correggere i difetti di vista e la presbiopia».

 

E a proposito di prevenzione, recentemente Aimo (Associazione italiana medici oculisti), Aiche (Associazione italiana cheratoconici), Sitrac (Società italiana trapianto di cornea e superficie oculare), Sibo (Società italiana banche degli occhi) e Sopti (Società optometrica italiana) hanno lanciato un messaggio rivolto in particolare agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, con l’obiettivo di sensibilizzarli precocemente nei confronti del cheratocono, una malattia rara della cornea che colpisce più frequentemente i maschi, i bambini e i giovani, con possibilità di progressione fino ai 35-40 anni.

 

I sintomi inizialmente sono simili a quelli di una semplice miopia: il soggetto vede sfocato da lontano, poi la qualità della visione inizia a peggiorare e possono comparire una sbavatura intorno alle figure, la percezione di immagini doppie e un’intolleranza alla luce. Sulle cause del cheratocono potrebbe influire una predisposizione genetica: È importante quindi che i giovani familiari di soggetti affetti da cheratocono si sottopongano a regolari controlli, per arrivare a una diagnosi precoce.

 

Università di Ferrara, un marcatore per la diagnosi precoce del cheratocono

 

 

«Il cheratocono si sviluppa quando le fibre di collagene, che formano l’architettura della cornea, perdono i legami che le tengono unite e tendono a scivolare le une sulle altre, aumentando la curvatura e riducendo lo spessore del tessuto corneale», spiega Ilaria Conti, ricercatrice all’Università di Ferrara, che sta studiando nuove terapie non invasive. «La struttura della cornea prende così la forma di un cono, con conseguenze sulla vista, sia da vicino che da lontano, che si aggravano nel tempo».

 

Non c’è una terapia farmacologica efficace, data la scarsità di informazioni sui meccanismi biologici responsabili. Per questo «è fondamentale studiare un approccio preventivo, con una diagnosi precoce che prevenga stadi di sviluppo preoccupanti, e realizzando dei trattamenti che prevengano la formazione del cheratocono studiando i microRNA come sorta di indice, marcatore che va a segnalare se e come la patologia si sta sviluppando».