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La medicina su misura è sempre più vicina, ma servono risorse e formazione

Arriverà a prevedere la comparsa di alcuni sintomi incrociando miliardi di dati di un singolo individuo e analizzandoli con l'aiuto dell'intelligenza artificiale

11/04/2024
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Il futuro della medicina è stato presentato a Roma, allo Human Genome Meeting, convegno internazionale dedicato all’analisi dei dati genetici ospitato per la prima volta in Italia, all’Università  Sapienza. Focus principale sulla medicina di precisione, che arriverà a prevedere la comparsa di alcuni sintomi incrociando miliardi di dati di un singolo individuo e analizzandoli con l’aiuto dell’intelligenza artificiale.

 

La medicina su misura si sta avvicinando a grandi passi a diventare realtà, grazie alle ricerche apripista condotte nel dipartimento di genetica dell’Università californiana di Stanford, illustrate nei giorni scorsi nella Capitale, durante il convegno che ha riunito i maggiori esperti del settore per discutere delle nuove tecnologie.

 

“La salute è il prodotto di un vasto insieme di fattori, miliardi di dati raccolti sia con i tradizionali metodi di diagnosi sia con dispositivi indossabili”, ha detto il genetista Michael Snyder aprendo i lavori. Diventa anche possibile, ha aggiunto, stabilire con precisione la data in cui è avvenuta un’infezione, così come si può calcolare lo scarto fra l’età biologica e quella anagrafica combinando fra loro i dati relativi a Dna e Rna, alle proteine e al corredo di molecole presenti nei campioni, ossia il metaboloma. Si tratta ancora di ricerca di base e c’è ancora molto da fare per riuscire a portare queste tecniche nella pratica, a partire dalla determinazione dei costi, tuttavia la strada è aperta.

 

“Oggi è possibile misurare migliaia di proteine, grassi e molecole metaboliche da una singola goccia di sangue. Stiamo andando in questa direzione, ma servono strutture e un’organizzazione adeguate, e servono persone”, ha commentato il genetista Giuseppe Novelli, presidente del convegno con Juergen Reichardt, dell’australiana James Cook University.  Uno dei grandi problemi aperti – ha aggiunto – è  la privacy, soprattutto per quanto riguarda la comunicazione di test predittivi”. In questo settore, ha rilevato, “la formazione è fondamentale”.

 

Altro importante tema sul tavolo riguarda finanziamenti, strutture e formazione, che una rivoluzione del genere richiedono. Sull’argomento, il ministro della Salute Orazio Schillaci in apertura dell’evento, ha parlato di investimenti adeguati “necessari” per sostenere il rapporto fra la ricerca e la tutela della salute. Sulla medesima linea anche il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che ha annunciato un tavolo tecnico su questa materia, aperto ai medici di famiglia.

 

Nel suo intervento, invece, la rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni, ha ripercorso le principali tappe della ricerca genetica in Italia, dalla fase pionieristica del 1940 alla partecipazione al Progetto genoma umano. Una competenza innegabile, confermata da Giuseppe Novelli: “I genetisti italiani sono bravi e il loro contributo è riconosciuto a livello internazionale, ma sono pochi”. Senza contare che chi ha scelto questa specializzazione, per il dottorato di ricerca, ottiene – nel nostro Paese – una retribuzione bassa e lavori precari.