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La ketamina per combattere l’alcolismo?

Affiancare la psicoterapia con l'assunzione di piccole dosi di ketamina può aiutare a superare i problemi di dipendenza da alcol, riducendo il rischio di ricadute

16/01/2022

Un’infusione di ketamina per curare l’alcolismo. A suggerirlo è uno studio pubblicato sulla rivista American Journal of Psychiatry, che racconta come alcune persone affette da gravi problemi con l’alcol abbiano ottenuto benefici nell’affiancare alla tradizionale psicoterapia l’assunzione di piccole dosi del farmaco anestetico.

Che cos’è la ketamina

Si tratta di un farmaco comunemente usato come anestetico, specie in ambito veterinario, ortopedico e pediatrico. Nel 1985 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito la ketamina nelle “Essential Drugs List”, ossia la lista delle medicine essenziali che non devono mancare in un ospedale. Da tempo si discute del suo impiego anche per il trattamento dei disturbi depressivi e delle dipendenze, per via degli effetti positivi osservati sull’umore, sebbene l’esatto meccanismo d’azione in tal senso resti ancora in parte da chiarire. Al di fuori del contesto clinico, l’uso non controllato di ketamina produce una dissociazione tra mente e corpo, motivo per cui è conosciuta fin dagli anni Sessanta anche come una droga psichedelica.

Ketamina contro l’alcolismo

A testare la ketamina nei casi di alcolismo è stata un’equipe della University of Exeter (Regno Unito), in collaborazione con l’azienda biotecnologica statunitense Awakn Life Sciences. La ricerca ha coinvolto 96 persone con problemi di dipendenza dalle bevande alcoliche: ad alcune è stata somministrata una piccola dose di ketamina una volta alla settimana per tre settimane; ad altre, nello stesso periodo, è stato offerto un semplice placebo, in modo da avere un gruppo di controllo. Il periodo riabilitativo si è concluso per tutti dopo quattro settimane con una seduta di psicoterapia. Con il successivo follow up, gli scienziati hanno scoperto che chi aveva assunto ketamina è riuscito a rimanere sobrio in media 162 giorni su 180, ossia l’87% del tempo di astinenza prefissato. Nel complesso i rischi di ricaduta a 6 mesi dalla terapia erano oltre 2,5 volte inferiori rispetto al gruppo trattato con il placebo.

Un approccio promettente

“Non abbiamo avuto nuovi trattamenti per l’alcolismo negli ultimi cinquant’anni, ma abbiamo scoperto che dosi basse e controllate di ketamina, combinate con la psicoterapia, possono offrire una nuova speranza per gli alcolisti e salvare vite”, ha dichiarato Celia Morgan, professoressa di psicofarmacologia e responsabile del programma Ketamine for reduction of Alcohol Relapse (KARE).
Ad alimentare le speranze è inoltre il fatto che gli effetti benefici erano osservabili anche a una distanza di sei mesi, “nonostante la durata abbastanza breve del trattamento”, ha aggiunto la studiosa. Morgan e il resto del team sottolineano comunque la necessità di approfondire ulteriormente la questione con un indagine che coinvolga un numero superiore di partecipanti e che verifichi la copertura su un periodo ancora più lungo. A tale scopo è già in programma una nuova sperimentazione che dovrebbe partire nei prossimi mesi.