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Istinto materno, una proteina lega genitori e figli

La MECP2, svolge un ruolo chiave nel funzionamento del sistema nervoso e cementa gli affetti

20/10/2023
Crediti iStock - Il senso materno dipende da una proteina

Istinto materno, dipende anche dalla biochimica. Sapevamo che la cura della prole è una caratteristica comune agli esseri viventi, ora vediamo che anche la biochimica gioca un ruolo cruciale nel cementare i rapporti affettivi tra genitori e figli. Questo il risultato a cui è giunto uno studio condotto da Stephen Shea, Associate Professor dello Cold Spring Harbor Laboratory. La ricerca potrebbe fornire anche vari elementi significativi anche relativamente a disturbi cerebrali che si manifestano con il passare del tempo, come la demenza senile o la malattia di Alzheimer, la sindrome neurologica che comporta deterioramento mentale.

 

Svezzamento 

Quando si parla di istinto materno ci si riferisce alla capacità innata o acquisita che hanno alcuni soggetti, in particolare le donne, per quel che riguarda il modo di prendersi cura dei bambini o di manifestare una forte affezione. Questa attitudine può manifestarsi in diverse maniere e comprende sentimenti di affetto, protezione, preoccupazione e amore nei confronti dei piccoli, non necessariamente limitati ai propri figli biologici. Può anche influenzare il comportamento di una persona, portandola a prendersi cura dei bambini in modo amorevole e premuroso. Il professor Shea aggiunge un aspetto in più a questo quadro facendo luce sulla funzione di una proteina specifica, la MECP2, cruciale per lo sviluppo del sistema nervoso. 

 

Proteina dell’accudimento 

Il team di ricerca guidato da Shea ha osservato il comportamento delle madri nei modelli animali. In alcune di esse, nei neuroni PV (parvalbumina), importanti per l’inibizione e la regolazione dell’attività neuronale, era presente la proteina MECP2. Si è visto che quest’ultima è determinante affinché le mamme imparino rapidamente a rispondere ai pianti dei loro cuccioli. Ciò suggerisce che il cervello è incline ad assumere nuove configurazioni durante le fasi cruciali dell’apprendimento nell’età adulta. Quando MECP2 è assente, invece, le madri tendono a trascurare i loro piccoli mostrandosi indifferenti ai loro bisogni. 

 

Deficit cognitivi

Negli esseri umani il malfunzionamento della proteina in questione può contribuire a deficit nella comunicazione e nell’interpretazione in disturbi dello sviluppo neurologico come la sindrome di Rett. Quest’ultima è un raro disturbo neurologico, che colpisce prevalentemente soggetti femminili, e che è causata da mutazioni genetiche, in particolare quelle nel gene MECP2. Ne consegue un’alterazione nella produzione o nella funzione della proteina MECP2, un’anomalia che può comportare diversi problemi motori, respiratori, cognitivi. Spiega Shea: “Non ci sfugge il fatto che i pazienti affetti da sindrome di Rett hanno difficoltà nell’interpretare e produrre il linguaggio, così come accade, per esempio, nei disturbi dello spettro autistico. Una delle ragioni per cui studiamo la sindrome di Rett è che questa potrebbe rappresentare un modello utile per capire e trattare altre forme di autismo”. 

 

Cervello plastico 

Quello che lo studio ha messo in luce, inoltre, è che sebbene i circuiti cerebrali tendano a stabilizzarsi con l’età, alcune esperienze della vita anche successive alla fase dello sviluppo, come, per l’appunto, la maternità, possono portare a una rapida riconfigurazione delle reti neuronali.