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Insetti killer, come difendersi da punture e morsi

D'estate specialmente, occhio ai segni premonitori dello shock anafilattico

08/08/2023
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La stagione estiva comporta un pericolo legato alle punture d’insetto. Negli ultimi mesi si sono verificati diversi casi che hanno avuto conseguenze letali, occorre essere consapevoli di questo rischio e prestare particolare attenzione ai sintomi che possono manifestarsi dopo una puntura o un morso da parte di un insetto, senza mai sottovalutarli. Le precauzioni non sono mai troppe: repellenti, vestiti coprenti, disinfestazioni e altre misure cautelative possono sicuramente limitare i rischi, ma a volte accade l’imponderabile.

 

In caso di reazioni a punture di vespe e api, o dopo un brutto incontro con lo scorpione, è sempre consigliabile recarsi al più vicino pronto soccorso. Se i sintomi consistono in bolle, gonfiori o arrossamenti, si può utilizzare una crema antibiotico-cortisonica, ma in casi gravi può verificarsi uno shock anafilattico, la forma più pericolosa di reazione allergica, con affanno respiratorio spasmo della glottide e coagulazione intravascolare disseminata. Questo tipo di reazione può manifestarsi nel volgere di pochi minuti e fino a qualche ora dopo il contatto con l’insetto. I sintomi possono coinvolgere la pelle, l’apparato respiratorio e il sistema cardiocircolatorio. È fondamentale richiedere immediatamente l’intervento del medico che, se disponibile, potrebbe valutare nel caso la somministrazione di adrenalina (epinefrina) tramite auto-iniettore. Questo dispositivo è spesso prescritto a persone con allergie gravi, con predisposizione nota, o che hanno già avuto una reazione simile in passato.

 

Durante l’estate, affermano gli esperti, mai sottovalutare le punture di zanzara. Occhio ai viaggi nei paesi esotici: la zanzara del genere anopheles è il veicolo principale della malaria, mentre le zanzare del genere aedes possono trasmettere Febbre Gialla, Dengue, Chikungunya e Zyka.

 

Aracnidi

Anche i morsi dei ragni possono comportare rischi, sebbene nella maggior parte dei casi siano pericolosi solo in caso di reazioni allergiche individuali. Se il quadro continua a peggiorare dopo 24 ore, è consigliabile rivolgersi al medico per una valutazione.

 

Imenotteri

Le punture di imenotteri, ovvero api, vespe o calabroni sono facilmente riconoscibili. Questi insetti sono dotati di un pungiglione che inietta un veleno che di solito non dovrebbe rappresentare un pericolo per la vita, ma esiste un rischio shock anafilattico in una piccola percentuale di casi che va considerato.

 

Profilassi antimalarica

Infine, per chi viaggia verso destinazioni tropicali, è consigliabile rivolgersi a uno specialista per la profilassi antimalarica o altre precauzioni da prendere prima della partenza. Al rientro a casa, se si sperimentano febbre o sintomi di malessere, è consigliabile consultare un reparto di malattie infettive per un’adeguata valutazione. Ma ci sono rischi anche per chi rimane in Italia.

 

Zanzare

L’effetto combinato degli spostamenti delle persone e dei cambiamenti climatici ha fatto sì che molti patogeni un tempo confinati nelle regioni tropicali si siano ambientati anche alle nostre latitudini. “Zanzare, flebotomi o pappataci, e zecche – sottolinea Concetta Castilletti, coordinatore del Gruppo Infezioni Virali Emergenti (Glive) dei microbiologi clinici dell’Amcli – sono nemici da cui guardarsi. La zanzara, e più specificamente la culex pipiens, la più diffusa nel nostro paese, è uno dei serbatoi del Virus del Nilo Occidentale (West Nile Virus), ormai endemico in molte aree dei paesi Europei e del bacino mediterraneo, tra cui l’Italia”. Chi viene punto da una zanzara infettata, in un caso su cinque, potrebbe sviluppare febbre, mal di testa, eruzioni cutanee, dolori articolari e muscolari; in rari casi, circa uno su 150, il virus raggiunge il sistema nervoso centrale, causando encefalite o meningite, accompagnate da sintomi quali rigidità del collo, stato stuporoso, disorientamento. Le persone più a rischio di questa forma severa sono gli anziani e i soggetti fragili, immunodepressi o con patologie come tumori, diabete, ipertensione, malattie renali.

 

Flebotomi

“Il flebotomo o pappatacio – prosegue Giada Rossini segretario del Gruppo di Lavoro Glive Amcli – è vettore di un virus (TOSV) che nella maggior parte dei casi può provocare una lieve forma febbrile, ma nelle forme più gravi può causare mal di testa, nausea, vomito e dolori muscolari, eritemi cutanei, sino a meningiti e meningoencefaliti. I pappataci trasportano anche altri patogeni, in particolare un protozoo parassita che causa la leishmaniosi, malattia particolarmente pericolosa per i cani ma che può colpire anche l’uomo, specialmente i bambini, gli anziani e i soggetti fragili.

 

Zecche

“Il terzo artropode vettore – spiega Luisa Barzon, componente del Gruppo di Lavoro Glive Amcli – è la zecca, che è in grado di trasmettere virus, batteri e protozoi patogeni per l’uomo. Tra queste vanno segnalate la malattia di Lyme, la rickettsiosi, la tularemia, l’ehrlichiosi. Nel nostro Paese il pericolo maggiore è costituito dal virus dell’encefalite da zecche. Dopo il morso di una zecca infetta, circa il 70% delle persone sviluppa un’infezione poco manifesta mentre il restante 30% sviluppa sintomi simili a quelli influenzali con febbre, mal di testa, stanchezza, dolori ai muscoli e alle articolazioni della durata di una settimana. Questi sintomi scompaiono per circa 5-7 giorni, per poi ripresentarsi in forma più grave, con coinvolgimento del sistema nervoso centrale e comparsa di encefalite o paralisi flaccida a esito infausto nell’1% dei casi.

 

Diagnosi microbiologica

Da citare infine la presenza in Italia di una rete di sorveglianza speciale che monitora diversi arbovirus, come Chikungunya, Dengue, Zika, Usutu, West Nile e infezioni neuro-invasive da Toscana Virus. Questo sistema, spiega Pierangelo Clerici, presidente Amcli, viene coordinato dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, coinvolge anche le regioni, gli istituti zooprofilattici regionali e i laboratori di riferimento. L’obiettivo è individuare precocemente i casi di infezione e limitarne la diffusione. La diagnosi microbiologica tempestiva e accurata è fondamentale nel sistema di sorveglianza.