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Il cibo spazzatura fa male anche al sonno, si dorme male e ci si sveglia più stanchi

Uno studio svedese analizza l’effetto di zuccheri, sale e grassi sulle onde elettromagnetiche del cervello durante il riposo

22/08/2023

Estate: spalanchi la porta del frigo, di notte, e prendi quello che trovi, facile no? Sbagliatissimo. Mangiare porcherie, roba presa senza criterio, a orari sballati, è deleterio e rovina il sonno. L’avvertimento, lanciato dall’università svedese di Uppsala, fa il paio con l’appello di Annamaria Staiano, presidente della Società Italiana di Pediatria, che ha chiesto di vietare la pubblicità del cibo spazzatura nei programmi televisivi destinati ai ragazzini. Gli esperti dell’Oms, del resto, mettono in guardia sugli effetti del marketing alimentare martellante nei giovanissimi, criticano la spinta all’acquisto e al consumo massiccio di prodotti industriali processati, invitano a bilanciare con un apporto di nutrienti genuini e prodotti freschi della natura.

 

Secondo lo studio scandinavo, pubblicato sulla rivista Obesity, il cibo spazzatura riduce il periodo di sonno profondo. In particolare zuccheri aggiunti, sale e grassi (introdotti negli snack raffinati così come nelle confezioni industriali troppo elaborate) modificano l’attività elettrica del cervello nella fase contraddistinta da sonno a onde lente, tipica della prima parte della notte. La dieta ad alto contenuto di lipidi e carboidrati indagata dagli svedesi comprendeva tra l’altro muesli dolce, pizza e cioccolato; il gruppo di controllo, a parità di calorie, ha consumato prodotti senza zuccheri aggiunti, salmone, verdure, cose meno elaborate.

 

L’elettroencefalogramma ha mostrato che il cibo spazzatura disturba il sonno profondo, riduce le onde delta e fa aumentare le onde beta, con un effetto meno riposante rispetto a quanti avevano optato per una dieta poco elaborata. Le linee guida dell’Oms raccomandano di tutelare i minori dalla pubblicità di alimenti e bevande il cui consumo è associato a sovrappeso, obesità e altri effetti negativi. «Le tecniche di commercializzazione di cibi malsani descritte nel rapporto dell’Oms – ha dichiarato la professoressa Staiano – influiscono negativamente sulle scelte alimentari, sulle richieste dei bambini agli adulti, sui comportamenti e le convinzioni radicate».

 

 

Dal Giappone perle metalliche contro l’obesità

 

L’agopuntura auricolare con l’utilizzo di perle metalliche può contribuire a ridurre il peso, l’indice di massa corporea (IMC) e il grasso corporeo in combinazione con una dieta restrittiva, secondo una nuova ricerca presentata quest’anno al Congresso Europeo sull’Obesità (European Congress on Obesity – ECO) a Dublino, in Irlanda. Lo studio condotto dal team di ricercatori guidato da Takahiro Fujimoto della Clinica F di Tokyo, Giappone, suggerisce che i desideri alimentari possono essere controllati utilizzando il metodo più semplice della stimolazione auricolare con le perle anziché l’uso tradizionale di aghi intradermici, che richiede acupunturisti esperti.

 

«Dal momento che queste minuscole perle metalliche sono attaccate a sei punti dell’orecchio esterno che stimolano i nervi e gli organi che regolano l’appetito, la sazietà e la fame, questo tipo di agopuntura non richiede conoscenze o competenze complesse» spiega il dott. Fujimoto. Sebbene il meccanismo non sia chiaro, gli studi suggeriscono che l’agopuntura auricolare possa contribuire a regolare il sistema endocrino, modulare il metabolismo, favorire la digestione e ridurre lo stress ossidativo.

 

Questo nuovo studio si basa su ricerche precedenti condotte su donne giapponesi in sovrappeso o obese, che hanno evidenziato che coloro che sono stati trattati con l’agopuntura auricolare con perle hanno perso significativamente più peso rispetto a coloro che non sono stati trattati, e questa perdita di peso è stata mantenuta per 6 mesi dopo la fine del trattamento. Il nuovo studio ha coinvolto 81 uomini giapponesi con sovrappeso o obesità (età compresa tra i 21 e 78 anni; BMI medio 28,4 kg/m) con alti livelli di grasso addominale cattivo.