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Dieta e attività fisica, l’obesità si può vincere

Annamaria Colao: tornare a vivere il momento del pasto con calma e consapevolezza, assaporando i cibi. Mangiare meno? Vediamo come, in questa intervista

17/04/2022 - di Alessandro Malpelo

Obesità e diabete: un meccanismo complesso, un rebus difficile da risolvere. Quando inizi a prendere peso e i vestiti stringono diventa difficile tornare indietro. Entrano in gioco gli ormoni, la genetica, c’è una variabilità individuale legata al metabolismo, alle abitudini, alla conformazione fisica. Ne parliamo con Annamaria Colao, presidente della Società Italiana di Endocrinologia, esperta di sindrome metabolica.

 

Professoressa, perché il medico ci mette a dieta?
«Per abbassare l’incidenza delle malattie cardiovascolari, e del cancro, un sacrificio per la nostra salute. L’Italia, conosciuta nel mondo per la salubrità della dieta mediterranea, ha un primato poco invidiabile: un bambino su tre è obeso o sovrappeso, con una prevalenza del 21% di obesità nei maschi, 14% nelle bambine. Fare sport rafforza il sistema immunitario».

 

Gli integratori possono fare qualcosa?
«I supplementi, indicati dallo specialista sulla base di una carenza specifica accertata, possono avere senso. La dieta fai da te è sconsigliata».

 

Perché considerate l’insonnia come un fattore di rischio?
«La carenza di sonno, oltre che abbassare le difese immunitarie, è connessa a squilibri endocrini che possono comportare obesità e diabete».

 

In che modo le diete a basso contenuto di carboidrati possono aiutare?
«Riducono lo stato di infiammazione di basso grado indotto da eccessivo consumo di alimenti a elevato contenuto glicemico, e la disbiosi intestinale da questo provocata».

 

Come riconquistare il peso forma?
«Occorre incoraggiare le politiche di prevenzione, riscoprire i benefici dell’attività fisica a tutte le età, vincere la sedentarietà. Eppoi masticare lentamente, dedicare almeno 20 minuti al pasto, senza fretta, allontana il rischio colesterolo e aiuta a mangiare meno».

 

Come sarebbe bene comportarsi?
«L’obesità si sconfigge a tavola, concedendoci il tempo di acquisire la consapevolezza di quello che stiamo mangiando. I nostri tempi ci spingono alla frenesia a una grande rapidità, dobbiamo tornare a vivere il momento del pasto come una coccola quotidiana. Trascorrere qualche minuto in più a tavola per maturare la consapevolezza del cibo potrebbe giocare un ruolo chiave nella prevenzione dell’obesità e delle malattie metaboliche correlate».

 

Perché i grassi del sangue sono così deleteri?
«Il colesterolo è un fattore di rischio noto per malattie cardiovascolari come infarto e ictus. L’impostante è prevenire le dislipidemie e l’ipertensione».

 

Che cos’è la crononutrizione?
«Consumare gli alimenti in orari specifici seguendo il grande orologio biologico incorporato nel cervello. Gli alimenti funzionano come segnali ormonali. Gli zuccheri come pane, riso, pasta vanno consumati preferibilmente di giorno. Bene la frutta a colazione o come spuntino. Le proteine vanno riservate nell’area centrale della giornata. Di sera meglio stare leggeri, consumare ortaggi, prodotti vegetali, evitare di impegnare fegato e rene. Le verdure si prestano anche come antipasto, occupano lo stomaco e smorzano la fame aggressiva».

 

Perché tanti si rivolgono ai cereali integrali?
«Aiutano a mantenere la glicemia stabile, prolungano il senso di sazietà tra un pasto e l’altro».

 

L’incidenza di malattie non trasmissibili come il diabete e obesità sembra legato a filo doppio con lo stile di vita sedentario, tipico delle grandi aree urbane, cui si sommano abitudini alimentari sballate. Cosa fare per invertire una tendenza?
«Faccio l’esempio della mia Napoli, che è la terza città metropolitana d’Italia per popolazione, con più di tre milioni di abitanti, ed è senz’altro una delle realtà più complesse in relazione al fenomeno di sovraffollamento. Questo ha creato un forte squilibrio con inevitabili ripercussioni sulla qualità di vita. Ne parlo anche in qualità di presidente del comitato esecutivo Cities Changing Diabetes».

 

Che cosa avete proposto?
«A seguito dell’emergenza sanitaria degli ultimi due anni è emersa la necessità di ripensare la pianificazione urbanistica, per favorire un nuovo modo di vivere il centro, le periferie, rimodulando la fruizione dei territori per impedire che siano proprio le città la principale molla che favorisce le criticità».

 

Quali altri provvedimenti si potrebbero adottare?
«Occorre intervenire anche sull’ambiente metropolitano con scelte che vadano anche controcorrente, nella direzione di un maggior guadagno di salute, sempre considerando la centralità della persona, i diritti, le scelte, il contesto di vita. Fondamentale il ruolo di regioni ed enti territoriali al fine di intraprendere politiche più efficaci che offrano ai cittadini più strutture e opportunità».

 

 

Note biografiche

Annamaria Colao è professore ordinario nell’Università di Napoli Federico II, il suo nome è compreso nella lista dei cento migliori scienziati italiani nel mondo. Ricopre la carica di presidente della Società Italiana di Endocrinologia (SIE) per il biennio 2021-2023. Esperta di obesità, tiroide e nutrizione, è stata la prima ricercatrice donna a ricevere il Geoffrey Harris Award, prestigioso riconoscimento tributato ai neuroendocrinologi più affermati d’Europa