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Cioccolato e nocciole, il mix del benessere

Il primo è ricco di polifenoli antitumorali, il secondo aiuta ad abbassare il colesterolo

22/01/2023 - di Ciro Vestita

Le streghe sono realmente esistite, hanno avuto una vita dura ma si sono comportate da eroi, anzi da eroine! Il 22 giugno 1941 Adolf Hitler, contravvenendo al patto di amicizia stipulato nel ’39 con la Russia, dà il via all’operazione Barbarossa. La Wehrmacht in poche settimane sfonda le linee nemiche seminando morte e distruzione nelle regioni russe. Il popolo russo fa quel che puo’; la disorganizzazione, infatti, regna sovrana fra i militari privati dei loro comandanti che Stalin, affetto da paranoia, aveva decimato. Le sorti della guerra iniziano a cambiare quando dalla Siberia arrivano i Mongoli, uomini abituati al gelo del generale inverno.

 

Nutrire e curare

Ma cambiano anche grazie ad una eroica ragazza, Marina Raskova che creò un’Unità Bombardiera russa costituita da sole donne capaci di volare di notte senza radar e con poco carburante. Con aerei vecchi e mal equipaggiati divennero presto l’incubo della Wermacht; le linee tedesche vennero infatti tempestate di bombe incendiarie. Queste eroine furono ben presto chiamate le Streghe della Notte. Il tutto con un problema aggiuntivo: la fame, cosa che non potevano permettersi, vista la mancanza di lucidità che questa creava. Vista la mancanza di cibo queste eroine seguirono allora l’esempio di Von Richtofen, il Barone Rosso che, nella prima guerra mondiale, abbattè aerei nemici come fossero mosche: egli, prima del volo, masticava un bastoncino di liquerizia; ottima idea visto che la liquerizia alza la pressione, il tono umorale e aumenta la velocità ideica. Il nostro Francesco Baracca fece ancora di più: prima del volo, oltre la liquerizia, un pezzetto di cioccolato fondente; andò tutto bene fino al giugno del 1918 allorché un aereo nemico spezzò la vita di questo nostro eroe. In quella occasione Enzo Ferrari fu molto vicino alla famiglia e la mamma di Francesco per ringraziarlo regalò al Drake il suo logo: un cavallino rampante che divenne il simbolo della Ferrari.

 

Già allora quindi il cioccolato veniva usato come alimento energizzante, e quando si poteva ci si rivolgeva ai gianduiotti, prelibatezza torinese nata per la cattiveria di Napoleone il quale, dopo aver derubato l’Italia di immense opere d’arte, decise di umiliarla ancora di più vietandole l’importazione di fave di cacao dalle Americhe. Il cioccolato diviene quindi una rarità; ma di questo un pasticcere piemontese, tale Prochet, fece di necessità virtù: mescolò il poco cacao che aveva alle nocciole piemontesi creando un prodotto sublime che chiamò Gianduiotto, perché la pubblicità del prodotto fu affidata alla maschera Gianduia, che nel Carnevale o in Opere Teatrali distribuiva agli astanti queste delizie. E così abbiamo un prodotto che associa le virtù del cioccolato a quelle delle nocciole; il cioccolato, come si sa, è ricco di polifenoli antitumorali. Non solo: secondo alcuni studi, il gianduia potrebbe tornare utile alla salute dei fumatori. I suoi componenti infatti elasticizzano fortemente le arterie sclerotizzate dall’abuso di sigarette, migliorando di conseguenza anche la pressione arteriosa. Questo non deve meravigliare perché la fava di cacao ha dei grassi simili a quelli dell’olio di oliva. Quindi del buon cioccolato può farci solo bene.

 

La nocciola invece ha meriti che partono dal suo albero, il Nocciolo. Questo arbusto è una betullacea e quindi la pianta migliore per abbassare la colesterolemia. Derivati fitoterapici della betulla sono consigliati a chi ha eccessi di grassi nel sangue. Alcune di queste molecole passano ovviamente anche nella nocciola che quindi, come la fava di cacao, diventa un nutraceuta, alimento cioè che nutre e cura nello stesso tempo.