Per molte neoplasie la mortalità è in calo. Ma si può fare ancora tanto sul fronte prevenzione e stili di vita
La crisi energetica, il conflitto in Ucraina e la gestazione del nuovo governo in Italia hanno fatto passare in secondo piano i temi legati alla salute, e tra questi la lotta ai tumori. Gli specialisti dell’Associazione italiana oncologia medica (Aiom) ritengono tuttavia doveroso richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sui fondamentali della medicina.
Ammonta a 4 miliardi la sola spesa per i farmaci oncologici in Italia, con un aumento del +73% in 8 anni. Allo stesso modo, stili di vita sani permettono di salvar vite e di risparmiare risorse, considerando che fumo, sedentarietà e dieta scorretta causano 65mila decessi l’anno in Italia.
In Italia meno del 70% delle 323 oncologie può contare sull’assistenza domiciliare, e nel 52% dei casi mancano coordinatori di ricerca clinica, figure essenziali per condurre le sperimentazioni. Sono dati della Carta dei servizi ricordate da Saverio Cinieri, presidente AIOM.
Oltre alla ricerca, l’altra importante questione ancora aperta riguarda il potenziamento dei servizi nel territorio. Almeno il 30% dei pazienti in cura potrebbe essere curato con interventi domiciliari, con ricadute positive in termini di qualità della vita e minori costi sociali. Attualmente la sopravvivenza a cinque anni si attesta al 65% nelle donne e al 59% negli uomini.
Casi estremi di migrazione sanitaria da Sud a Nord alla ricerca di cure migliori si registrano tuttora. «Le istituzioni – sottolinea Massimo Di Maio, professore all’Università di Siena – possono mettere in campo politiche di cambiamento, investire di più sull’assistenza domiciliare, anche creando un’integrazione con i medici di famiglia e gruppi di cure simultanee».
Terapie anticancro di nuova concezione, come i farmaci a bersaglio molecolare e l’immunoncologia, permettono in molti casi di cronicizzare la malattia in fase avanzata o di ottenere la guarigione, con consistenti risparmi in altre voci di spesa, sanitaria e sociale. Armi efficaci consentono alle donne di guarire, e di vivere sempre più a lungo anche in presenza di metastasi, quando la malattia è scoperta in fase avanzata.
Alle terapie si accompagnano i programmi di screening, che soprattutto nel carcinoma della mammella stanno evidenziando risultati importanti. In sei anni (2015-2021) la mortalità per questa neoplasia è diminuita di quasi il 7%. Informare le donne per promuovere la diagnosi precoce e salvare vite umane è l’obiettivo della campagna promossa da Aiom sul portale www.breastunit.info dove, spiegano gli oncologi, sarà possibile trovare notizie sulla malattia e tutti i recapiti delle 256 strutture che praticano la gestione multidisciplinare nei casi di cancro del seno.
La nota dolente riguarda i test genomici per il tumore del seno, per evitare alle donne le chemioterapie inutili. Si calcola che 6 pazienti su 10 siano tagliate fuori dai test prescrivibili, in barba al decreto del Ministero della Salute del luglio del 2021 che ha reso rimborsabili questi test. Fortunatamente i passi avanti nel trattamento dei tumori femminili sono evidenti anche in altri ambiti, vedi il caso delle terapie mirate nel cancro dell’ovaio, dove i decessi sono calati del 9%.
Mai cullarsi sugli allori, perché esistono tumori strettamente legati al fumo di sigaretta, come quelli della vescica e del polmone, che stanno facendo breccia purtroppo nelle donne adulte delle ultime generazioni, dove il consumo voluttuario resta elevato malgrado l’offerta di valide alternative a basso rischio.
Ogni anno, in Italia, 32mila persone ricevono una diagnosi di tumore del polmone in fase avanzata, quando la malattia è inoperabile. Si fa strada d’altronde l’inserimento dello screening polmonare con Tac spirale, nei fumatori incalliti, all’interno dei Lea (livelli essenziali di assistenza), alla stregua dei programmi di prevenzione secondaria del cancro mammario, colorettale e cervicale.
In sei anni (2015-2021) la mortalità per tumore della prostata è calata del 14,6%, un risultato ottenuto grazie alla prevenzione e ai progressi della ricerca in urologia. In Italia vivono 564mila uomini con diagnosi di questa neoplasia. Abbiamo diverse armi a disposizione per sconfiggere o controllare la malattia che spaziano dalla chirurgia, alla chemioterapia, alla radioterapia, alla brachiterapia, fino alla terapia ormonale. Quando la lesione della prostata ha dimensioni ridotte e scarsa aggressivita, i pazienti possono essere sottoposti a sorveglianza attiva.