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I batteri resistenti agli antibiotici sono la terza causa di morte al mondo

Secondo nuove stime, nel 2019 ci sono stati 4,95 milioni di decessi associati alla resistenza antimicrobica, più di quelli per malaria e per AIDS

26/01/2022

Nel 2019 si sono verificate 4,95 milioni di morti associate a infezioni provocate da batteri resistenti agli antibiotici. Di queste, 1,2 milioni sono state causate direttamente dalla resistenza antimicrobica (in breve AMR). Un numero altissimo di decessi, dovuti a infezioni comuni che prima erano facilmente curabili come quelle delle vie respiratorie inferiori o del sangue. Che la AMR fosse destinata a diventare un pericolo globale per la salute era cosa nota da tempo, ma le stime di un nuovo studio la attestano già a terza causa di morte nel mondo, dietro a ictus e cardiopatie, e sopra ad esempio alla malaria e all’AIDS. Questo prima, ovviamente, che il Covid-19 stravolgesse lo scenario mondiale negli ultimi due anni, ma se la pandemia è un fenomeno transitorio, quello dei superbatteri è un problema che dovremo affrontare costantemente.

 

A dire dei ricercatori della Monash University, della Menzies School of Health Research e della University of Washington, il loro studio fornisce la stima più ampia e accurata dell’impatto della resistenza agli antibiotici mai effettuata finora. Hanno analizzato le informazioni su 471 milioni di casi di infezioni documentati nel 2019, in 204 paesi e regioni del mondo, e attraverso dei modelli statistici sono giunti a quantificare le morti collegate a 23 patogeni e 88 combinazioni di patogeni-farmaci.

 

Per decessi attribuibili direttamente all’AMR si intendono quelli che non sarebbero avvenuti se l’infezione fosse stata curabile con gli antibiotici; per decessi associati all’AMR si intendono invece quelli nei quali la resistenza antimicrobica risultava implicata, ma non identificabile con certezza come causa principale. Dei 23 batteri esaminati, i killer più letali sono sei: Escherichia coli, Staphylococcus aureus, Klebsiella pneumoniae, Streptococcus pneumoniae, Acinetobacter baumannii e Pseudomonas aeruginosa, che hanno provocato 929mila decessi diretti e sono risultati associati a 3,57 milioni di decessi.

 

“Questi nuovi dati rivelano la reale portata della resistenza agli antibiotici a livello mondiale e sono un chiaro segnale che dobbiamo agire subito per affrontare la minaccia“, dice uno degli autori dello studio, il professor Chris Murray; “Stime precedenti avevano ipotizzato dieci milioni di morti all’anno cagionate da batteri resistenti nel 2050, ma adesso sappiamo con certezza che siamo già molto più vicini a questa stima di quanto pensassimo. Dobbiamo usare questi dati per correggere la nostra linea di azione e promuovere l’innovazione, se vogliamo rimanere avanti nella corsa contro la resistenza agli antibiotici”.

 

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Lancet.