Giovedì 16 Maggio 2024
GAIA PAPI
Roma

Morto a 19 anni dopo l’intervento per dimagrire, il direttore sanitario: “Noi corretti”

La procura di Roma ha aperto un’inchiesta su Filippo, il giovane deceduto 8 giorni dopo che si era operato al Centro chirurgico toscano. Il direttore Stefano Tenti: "Massima fiducia nell’operato del nostro medico"

Un intervento chirurgico (foto di repertorio)

Un intervento chirurgico (foto di repertorio)

Arezzo, 1 maggio 2024 – Voleva dimagrire, sbarazzarsi dei suoi 160 chili. Un sogno che Filippo C. aveva deciso di perseguire sottoponendosi ad un intervento di riduzione dello stomaco. A soli 19 anni, ne avrebbe compiuti 20 due giorni fa, Filippo da Roma arriva ad Arezzo, pieno di speranze. Entra nel Centro Chirurgico Toscano per essere operato.

Ma dopo otto giorni dall’operazione, tornato a Roma, muore. Il ragazzo si era rivolto a un noto medico romano, "Uno dei più importanti specialisti del settore che vanta esperienza di migliaia di casi, che opera sia nella capitale sia al Centro Chirurgico, dove svolge gli interventi più complessi" spiega Stefano Tenti, direttore sanitario e comproprietario della clinica, che si dice profondamente addolorato per la tragedia che ha colpito il giovane.

"Quando abbiamo saputo di questa tragedia, siamo subito andati a cercare le cartelle cliniche, attivando una indagine interna con il dottor Iannelli che aveva seguito il giovane, con il chirurgo romano e le varie professionalità in campo. Non c’è niente che non rifaremmo come lo abbiamo fatto. Abbiamo cercato negligenze e non le abbiamo trovate" continua Tenti.

Filippo, come da prassi in questi casi, aveva avuto indicazioni anche da uno psichiatra, "Noi abbiamo proceduto solo dopo il suo via libera" continua Tenti. "È stato un intervento normale. E la convalescenza non aveva creato particolari problemi, anche se Filippo, spiegano dalla clinica, non era un paziente facile e andava stimolato nel seguire le cure. Sono stati attesi due o tre giorni per stabilire che l’intestino e lo stomaco funzionassero. Dopo essersene assicurati, sono passati altrettanti giorni per accertarsi che stesse bene. Il decorso post-operatorio non aveva mostrato complicazioni, ed è stato quindi dimesso" spiega il direttore.

"Una volta dimessi, per i pazienti sottoposti a questo tipo di intervento, è fondamentale prevenire l’embolia polmonare. Per diminuire al minimo i rischi viene prescritta l’eparina che il paziente dovrà assumere per molti giorni una vola a casa" continua Tenti.

Ed è lì, nell’appartamento della Balduina, il 25 aprile, che Filippo comincia a sentirsi male. Il ragazzo accusa delle fitte addominali che lo convincono a rivolgersi all’ospedale più vicino, il San Carlo di Nancy. Qui gli accertamenti sembrano non rivelare niente di drammatico e Filippo firma per essere dimesso. Il giorno dopo altri dolori, più forti: il ragazzo non riesce neppure a camminare. I familiari chiamano allora il 118, ma già il trasporto in ambulanza è complicato: sulla sedia a rotelle il ventenne non ci sta, bisogna portarlo a braccia. Al Policlinico Gemelli, Filippo arriva in condizioni disperate: morirà dopo nemmeno un’ora. La famiglia è disperata, vuole capire. Si rivolge alla stazione dei carabinieri e presenta un esposto-denuncia.

Il Pm apre un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti. Sul caso indagano i carabinieri che hanno già sequestrato alcune cartelle cliniche. Nel frattempo è già stata disposta l’autopsia, programmata per il prossimo venerdì: l’esame riuscirà a chiarire le cause della morte, l’eventuale presenza di causalità fra l’operazione e il decesso del diciannovenne e le eventuali responsabilità.

Il dottor Tenti avanza l’ipotesi di un’embolia polmonare, una delle più frequenti complicazioni di un intervento come quello cui è stato sottoposto il ventenne, per questo la somministrazione dell’eparina. "Escludere l’ipotesi di una emorragia interna che al pronto soccorso avrebbero immediatamente visto con una ecografia".