Venerdì 26 Luglio 2024

Incendio all’ospedale di Tivoli, i nodi dell’inchiesta. Individuato il punto da cui è partito il rogo

Tre le piste delle indagini: lo stoccaggio dei rifiuti, l’impianto antincendio e il piano di evacuazione. Pazienti trascinati fuori su lenzuola e materassi, porte sfondate per raggiungere le persone in difficoltà. Sarebbe escluso il gesto volontario

Tivoli (Roma), 9 dicembre 2023 – È stato individuato con certezza il punto da cui è partito il maxi incendio divampato al San Giovanni Evangelista, dove ieri sera sono morti tre pazienti e 200 persone sono state evacuate. Tutto è iniziato dai rifiuti stoccati in un piazzale sul retro dell'ospedale, con materiali di vario tipo che hanno iniziato a bruciare facendo propagare le fiamme tra i piani del nosocomio. La Procura di Tivoli ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo e incendio colposo, ha sequestrato alcune aree dell'ospedale per gli accertamenti ed è probabile che nei prossimi giorni proceda alle prime iscrizioni nel registro degli indagati.

Escluso il gesto volontario

Una volta domate le fiamme, i vigili del fuoco hanno effettuato una serie di ispezioni per trovare elementi utili alle indagini. Ancora da chiarire le cause del rogo, ma sembra escluso il gesto volontario. A dirlo è stato proprio il procuratore Francesco Menditto in una conferenza stampa, spiegando che sono state acquisite numerose immagini delle telecamere e che al momento non si segue la pista dolosa.

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La dinamica del rogo 

Il rogo sarebbe dunque partito dall'esterno dell’ospedale, sul retro della struttura, coinvolgendo un container con dentro scarti ospedalieri. Poi si è propagato al piano interrato, fino a a raggiungere il pronto soccorso, con il fumo che ha invaso diversi reparti. Resta da stabilire cosa abbia generato le fiamme e se possano essere in qualche modo legate a un'incuria.

A finire sotto la lente in queste ore anche il sistema antincendio. All'arrivo dei pompieri del distaccamento di Tivoli, poco distante dall'ospedale, il fuoco era già molto diffuso all'interno dell'edificio. Tanto che, per spegnerlo, hanno lavorato sette ore, fino all'alba.

I punti chiave dell’inchiesta

Oltre alle procedure di smaltimento dei rifiuti speciali, gli accertamenti si concentreranno quindi anche sull’impianto antincendio – che era stato aggiornato nel 2016 con dei fondi regionali – per stabilire se ci sia stato un malfunzionamento. Fonti sindacali sostengono che nell'ultimo periodo non erano presenti nella struttura le squadre di servizio di guardia antincendio e che negli anni scorsi il personale dell'ospedale ha seguito i corsi dedicati a questi eventi, ma non ha fatto alcuna prova di evacuazione.

C’era il piano di evacuazione?

Alcuni pazienti sono stati portati in braccio all'esterno dei reparti, altri trascinati su lenzuola e materassi usati come barelle. E per raggiungere le persone in difficoltà, i soccorritori hanno anche sfondato delle porte. Un caos che, ed è questo un altro punto che sarà toccato dall'inchiesta, chiama in causa il piano di evacuazione. C'era? Ed era aggiornato? In quelle fasi concitate, oltre ai vigili del fuoco, sono stati impegnati carabinieri, poliziotti e personale sanitario.

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