Sabato 27 Luglio 2024
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Politica

Un problema di politica nazionale

Bruno Vespa Giorgia Meloni non ha ancora deciso se approvare la legge sul terzo mandato per i presidenti di regione e...

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Giorgia Meloni non ha ancora deciso se approvare la legge sul terzo mandato per i presidenti di regione e difficilmente lo farà prima della presentazione delle liste elettorali in Sardegna fissata il 20/21 gennaio. Solo allora sarà sicura che la Lega non insisterà nella conferma del presidente uscente Solinas in favore del sindaco di Cagliari Truzzu di Fratelli d’Italia. Il discorso peraltro è più complesso. Oggi il partito di Meloni guida tre regioni: Lazio, Abruzzo e Marche. La Lega sei: Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Sardegna e Umbria. Fratelli d’Italia cinque: Piemonte, Sicilia, Basilicata, Calabria e Molise. Fratelli d’Italia non ha nessun assessore in Umbria e solo uno nel Veneto. Nel 2019 la Lega valeva cinque volte Fratelli d’Italia, oggi il partito di Meloni vale almeno tre volte quelli di Salvini e Tajani. Autorizzare il terzo mandato per i governatori vuol dire lasciare il Veneto a Luca Zaia, il presidente di regione più popolare. Salvini – che finora ha tentato invano di convincere Zaia a correre alle elezioni europee – si vedrebbe risolto un grosso problema. Ma Fratelli d’Italia dovrebbe rinunciare in prospettiva a guidare una regione del Nord, visto che in Piemonte non sembra in discussione la conferma di Alberto Cirio di Forza Italia che sta lavorando bene, certo meglio del suo collega di partito che guida la Basilicata.

È vero che le alleanze costano: nel ’94 Berlusconi ebbe meno seggi di Bossi per assicurarsene una precaria fedeltà. Giorgia Meloni farà la stessa scelta? E se la facesse – incamerando oggi la Sardegna per rinunciare domani al Veneto – non avrebbe più remore a candidarsi in tutte le circoscrizioni, col rischio tuttavia di ampliare il divario dai suoi alleati? Avremo giorni in cui potrebbe rivoluzionarsi la geografia politica nazionale, visto che il terzo mandato rimetterebbe in gioco Bonaccini in Emilia-Romagna, De Luca in Campania, Emiliano in Puglia… Che spettacolo, ragazzi!