Venerdì 3 Maggio 2024

Scontro politico sull’aborto. Bruxelles bacchetta l’Italia: "Fondi ai pro-life fuori dal Pnrr"

La Commissione Ue: il decreto contiene solo misure che riguardano la struttura della governance. Nel mirino l’emendamento FdI. Anche la Spagna aveva attaccato il governo Meloni nei giorni scorsi.

Scontro politico sull’aborto. Bruxelles bacchetta l’Italia: "Fondi ai pro-life fuori dal Pnrr"

Scontro politico sull’aborto. Bruxelles bacchetta l’Italia: "Fondi ai pro-life fuori dal Pnrr"

"Le misure dell’Italia sull’aborto non rientrano nel Pnrr". La portavoce della Commissione europea per gli affari economici Veerle Nuyts lo dice a Bruxelles nel briefing quotidiano con la stampa, una bocciatura vera e propria dei fondi per finanziare i pro-life nei consultori. Ovvero sull’emendamento al Recovery Plan approvato in Commissione Bilancio su proposta di Fratelli d’Italia che presto andrà in Aula alla Camera.

"Il decreto Pnrr contiene delle misure che riguardano la struttura di governance del Pnrr e questi aspetti sono legati effettivamente al Piano di ripresa e resilienza italiano ma ci sono altri aspetti che non sono coperti e non hanno alcun legame con il Pnrr, come ad esempio questa legge sull’aborto", dice Nuyts. Una posizione ribadita dalla vice portavoce Arianna Podestà: "La presenza di volontari antiabortisti nei consultori femminili non ha rapporti con il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza dell’Italia".

LA POLEMICA

Le parole della Commissione infiammano il dibattito politico in Italia. Il segretario di +Europa Riccardo Magi parla di "uso politico" dei fondi del Pnrr: "Una offesa alle donne, alle libertà, alla dignità. Più che il governo dei patrioti, è il governo degli italioti". Per Pro Vita, una delle associazioni interessate all’emendamento, la Commissione è vittima delle fake news diffuse dalla sinistra italiana: "Non è vero che l’emendamento non c’entri, visto che proprio la Missione 6 ‘Salute’ del Pnrr prevede la realizzazione di strutture di prossimità per l’assistenza sanitaria territoriale", sostiene Jacopo Coghe.

M5S, FDI E SINISTRA ITALIANA

La deputata Elisa Scutellà, capogruppo M5s in Commissione Politiche Ue, dice che "il governo Meloni si allinea così ai più retrogradi e conservatori governi di destra europei". E il leader 5 Stelle Giuseppe Conte avverte: "Non riapriamo conflitti ideologici inutili". A difendere la maggioranza arriva il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli (FdI): "Il Parlamento italiano è sovrano. A meno che l’intangibilità delle Camere abbia un valore esclusivamente quando governa la sinistra. Come in molti si sono abituati a ritenere". Per Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana "il diritto ad interrompere la gravidanza non si tocca".

LA SPAGNA E MELONI

Nei giorni scorsi la ministra per l’Uguaglianza spagnola Ana Redondo aveva attaccato l’emendamento: "Consentire pressioni organizzate contro le donne che vogliono interrompere una gravidanza significa minare un diritto riconosciuto dalla legge. È la strategia dell’estrema destra: minacciare per togliere diritti, per frenare la parità tra donne e uomini". Subito dopo era arrivata la replica della premier Giorgia Meloni: "Varie volte ho ascoltato ministri stranieri che parlano di questioni interne italiane senza conoscerne i fatti. Normalmente quando si è ignoranti su un tema si deve avere almeno la buona creanza di non dare lezioni". Un ordine del giorno del Pd sulle nuove disposizioni nei consultori intanto è stato bocciato l’altroieri dalla maggioranza. Ma 15 leghisti si sono astenuti.

Alessandro D’Amato