Roma, 31 agosto 2023 – Terzo mandato per gli amministratori? No grazie. Elly Schlein la mette giù piatta piatta alla Versiliana: "Non è previsto dalla legge". Ciò che sembra un’ovvietà, rischia invece di travolgere il Pd. Diviso tra chi vuole scalfire le sacche di potere locale e chi, invece, pur di sconfiggere il centrodestra è pronto a ricandidare i soliti noti. Con le lance già sguainate, inutile dirlo, i tre governatori che nel 2025 dovrebbero dire addio all’incarico: Stefano Bonaccini, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano. Nomi pesanti, ma soprattutto dietro di loro c’è un intero esercito di amministratori pronti a dichiarare la guerra santa sotto il vessillo della terza candidatura. Già da soli, i tre pezzi da novanta sono naturalmente un bel problema; Bonaccini scende in campo a favore dell’obiettivo comune: "Un terzo mandato per i presidenti di Regione non mi sembra in sé un problema".
In realtà il fronte emiliano è per Schlein il meno inquietante. Si sa che da un pezzo il presidente del Pd mira al paracadute della candidatura europea nel 2024 e probabilmente lo otterrà. Tanto più che la legge regionale non impone di tornare alle urne: la vicepresidente, Irene Priolo, diventa la ’facente funzione’ fino al voto, incarnando la ’naturale’ erede. Dare al futuro candidato un anno di governo per affrontare al meglio le elezioni potrebbe essere conveniente anche per Elly. Sempre che non decida di cambiare cavallo, puntando sul sindaco di Ravenna, Michele De Pascale o sull’ex sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, oppure sull’ex Cgil Vincenzo Colla, ora assessore regionale allo sviluppo economico.
Meno in discesa il quadro pugliese. Il governatore Emiliano protesta ma senza alzare troppo i toni: "I limiti di mandato non valgono per il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio e i parlamentari: è quanto meno ingiusto che valgano per gli amministratori". A stemperare la tensione in Puglia c’è la possibilità di un valzer delle poltrone; il governatore potrebbe tornare primo cittadino di Bari: Antonio Decaro gli lascerebbe il posto per ascendere alla presidenza di Regione. Vero è che, non sentendosi abbastanza sicuro del passo di danza, il sindaco punta anche a candidarsi per le Europee, ma una soluzione si trova. Quanto poi si possa contrabbandare una manovra simile per guerra contro i ’cacicchi’ è discutibile.
Se c’è una polveriera per Elly è in Campania: De Luca, che a uscire di scena non ci pensa per niente, si tiene aperte diverse strade. La prima è cambiare le norme regionali, ma teme che vengano impugnate dal governo: la materia elettorale regionale è concorrente, c’è una legge dello Stato che ha fissato il principio dei due mandati. In alternativa potrebbe farsi sostituire dal suo vice, Fulvio Bonavitacola, secondo il noto modello Putin-Medvedev. Prima di decidere aspetta però le Europee: vedi mai che a rimetterci il posto sia invece la segretaria. La nota dolente è che De Luca non esclude la possibilità di candidarsi contro il Pd: per il Nazareno sarebbe un disastro. Napoli è la città dove la destra è più debole in Europa, ma solo perché i potentati ex democristiani e ex forzisti si sono spostati dietro a De Luca. Lui avrebbe qualche possibilità di vittoria, ma soprattutto renderebbe pressoché certa la sconfitta dei democratici: difficile che il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, accetti di incrociar la lama con De Luca, è possibile che a scendere in campo per il centrosinistra sia l’ex presidente della Camera, Roberto Fico, che però di voti sulla carta ne ha molti meno.
Ovvio che per cavarsi dai guai, la leader Pd provi a scaricare ogni responsabilità sul governo: il sogno di Elly è che a decidere sulla questione salvando il Pd da una guerra interna sia Giorgia la nemica, come chiedono anche i governatori del centrodestra guidati da Massimiliano Fedriga. L’unica apertura che l’inquilina di Palazzo Chigi, al momento, sembra disposta a fare è sul terzo mandato dei sindaci dei comuni sotto i 15mila abitanti. Insomma, il clima al Nazareno è questo: santa Giorgia salvaci tu. "Questa storia del terzo mandato è una rogna", ammette uno dei collaboratori più stretti di Elly Schlein.