Lunedì 20 Maggio 2024

Migranti, Di Maio: "Ue non aiuta? Stop contributi". Salvini: "Non mollo, non mi dimetto"

Nave Diciotti, il ministro dell'Interno risoluto: "Fico? Fa l'esatto contrario degli altri grillini". E Sfida i pm: "Mi indaghino pure, mi autodenuncio". Unhcr e Oim: "Fateli sbarcare" Salvini: "Processate me. O cambiate ministro o cambiate Paese"

I migranti sulla nave Diciotti un'immagine postata dal deputato Riccardo Magi (Ansa)

I migranti sulla nave Diciotti un'immagine postata dal deputato Riccardo Magi (Ansa)

Roma, 23 agosto 2018 - Il ministro dell'Interno Matteo Salvini non fa marcia indietro sul caso della nave Diciotti ferma da 7 giorni a Catania con 150 persone salvate nel Mediterraneo (29 minori sono stati fatti sbarcare). "A bordo sono tutti migranti illegali". E ribadisce la linea: "Con la mia autorizzazione, dalla Diciotti, non scende nessuno", dice in un'intervista a Rtl 102.5. L'obiettivo, dice il vicepremier, è "il 'No way' australiano. Nessun migrante soccorso in mare mette piede in Australia". 

Sulla questione della ripartizione dei migranti sono in corso febbrili consultazioni a livello di governi europei, come riferiscono fonti della Cancelleria tedesca. "Su questa questione alcuni Paesi Ue sono in contatto al momento. Ma il processo di decisione non possiamo anticiparlo", ha risposto un portavoce del governo tedesco a una domanda se la Germania sia disposta ad accogliere parte dei profughi della nave.

Risoluto sulla querelle anche il vicepremier Luigi Di Maio: "In questi mesi abbiamo visto come funzionava la linea morbida nei confronti dell'Unione europea e come funziona la linea dura. Sulla linea dura voglio fare un'altra proposta: se l'Unione europea si ostina con questo atteggiamento, se domani dalla riunione della Commissione europea non si decide nulla e non decidono nulla sulla nave Diciotti e sulla redistribuzione dei migranti, io e tutto il Movimento 5 Stelle non siamo più disposti a dare 20 miliardi all'Unione europea", ha detto Di Maio, precisando di parlare come capo politico del Movimento

Poi in serata Matteo Salvini torna a ribadire al Tg5 le sue ragioni: "Io non mollo, non mi dimetto e non retrocedo di un millimetro. Non sbarca più nessuno in Italia a meno che l'Europa non si svegli, faccia la sua parte e cominci ad accogliere come abbiamo fatto noi in questi anni". E ancora: "Son tutt'altro che preoccupato, perché sento che dietro di me c'è la maggioranza degli italiani. Se qualche magistrato o procuratore vuole indagarmi per sequestro di persona faccia pure, mi presento e spiegherò le mie ragioni. Se qualcuno pensa di arrestarmi sbaglia a capire, perché c'è la maggior parte del popolo italiano che chiede ordine, regole, rispetto e un'immigrazione sotto controllo".

Sul fronte interno resta alta la tensione tra Salvini e Roberto Fico, che ieri ha preso posizione nelle vicenda sostenendo che le persone bloccate sulla Diciotti (tutte, non solo i ragazzi), "devono poter sbarcare:  poi si procederà alla loro ricollocazione nella Ue". Un intervento che non è piaciuto al leader leghista. "Faccia il presidente della Camera che io faccio il ministro", diceva ieri. Oggi precisa: "Con Luigi Di Maio lavoro molto bene", con il presidente Giuseppe Conte "benissimo". Invece "qualcun altro ha tanto tempo per parlare, penso al presidente della Camera, che ogni tanto dice e fa l'esatto contrario di altri esponenti M5s".

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Salvini: "Processate me. O cambiate ministro o cambiate Paese"

Già in mattinata Salvini ha ribadito il suo punto di vista, come titolare del Viminale: "Non temo assolutamente nulla, ho la coscienza più che a posto", risponde quando gli viene chiesto se sia preoccupato per un'azione del Quirinale che potrebbe scavalcarlo (del resto Mattarella è già intervenuto in un caso di migranti bloccati per giorni, sempre sulla stessa nave della Guardia costiera italiana). "Dalla Diciotti non scende nessuno", insiste il ministro dell'Interno. E chi non è d'accordo "cambi Paese o cambi ministro" (parole di ieri). 

Neanche l'inchiesta aperta dalla procura di Agrigento per sequestro di persona muove il vicepremier. "Se qualche procuratore mi vuole indagare e interrogare, io sono pronto a spiegare le mie ragioni. Perché aprire un'inchiesta contro ignoti? Io mi autodenuncio, sono qua, sono ministro dell'Interno e ritengo mio dovere difendere la sicurezza e i confini del nostro Paese". 

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Intanto l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) e l’Oim, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, in una nota esortano il governo italiano “a consentire ai rifugiati e migranti salvati dalla nave costiera italiana a sbarcare”. “Alcune persone vulnerabili - tra cui 17 persone bisognose di assistenza medica e 27 minori non accompagnati - hanno già avuto il permesso di lasciare la nave per motivi umanitari ma i 150 passeggeri adulti restano ancora a bordo della Diciotti, attraccata nel porto siciliano di Catania dal 20 agosto”. “Accogliamo con favore gli sforzi compiuti dalla Guardia Costiera italiana, ma è necessaria una risoluzione urgente a questa impasse”, ha dichiarato Roland Schilling, vice rappresentante Unhcr a Roma. “Molti tra coloro che sono a bordo potrebbero aver bisogno di protezione internazionale e hanno già affrontato esperienze incredibilmente traumatiche”, ha aggiunto.

Di altro tenore la raccomandazione del presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, che su Twitter ha scritto: “Salvini ha ovviamente ragione quando invoca regolari percorsi di accoglienza e critica duramente un’Europa egoista che si sta politicamente suicidando. Ma a fronte di ciò il vero atto di forza e di diritti umani naturali, conclude il rappresentante del Consiglio forense, è far sbarcare quei disgraziati dalla nave Diciotti”.