Venerdì 17 Maggio 2024
VIVIANA PONCHIA
Politica

Morto Vittorio Emanuele. L’esilio, le liti, il rientro e i guai con la legge: addio al re mancato d’Italia

Aveva 86 anni il figlio dell’ultimo sovrano Umberto II e nipote di Vittorio Emanuele III. I contrasti col cugino Amedeo. Emanuele Filiberto: mio papà sbagliò a non scusarsi per le leggi razziali.

Morto Vittorio Emanuele. L’esilio, le liti, il rientro e i guai con la legge: addio al re mancato d’Italia

Morto Vittorio Emanuele. L’esilio, le liti, il rientro e i guai con la legge: addio al re mancato d’Italia

Avrebbe compiuto 87 anni fra poco, era ricoverato in un ospedale di Ginevra. Dopo i funerali, il 10 febbraio alle 15 a Superga, l’ultima destinazione sarà una tomba sul balcone che guarda la città segnata dai suoi simboli e dal suo cognome. L’annuncio della Real Casa di Savoia parla di una morte gentile e non inaspettata: "Alle ore 7.05 di questa mattina, 3 febbraio 2024, sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra". La Svizzera anche nell’ultimo capitolo, non l’Italia. Ma finalmente la pace.

Non è stata una passeggiata la vita dell’uomo che voleva diventare re. Sempre contro, sempre fuori. L’esilio, i genitori "incapaci di educare i figli", le nozze contestate, le inchieste. Simpatici si nasce, quella fortuna era toccata al cugino Amedeo. Il figlio dell’ultimo sovrano d’Italia, Umberto II, aveva scritta in faccia la stizza di chi per decenni è costretto a sognare un ritorno.

Lasciò Roma l’8 settembre del ’43 con la madre Maria Josè, rientrò, fu ricacciato dalla Costituzione che vietava ai discendenti maschi dei Savoia di superare le frontiere. Svizzera, Francia, Corsica. La patria e la corona viste con il binocolo fino al 2002, quando la norma venne abolita. In mezzo, una strada piena di curve su cui ha sbandato anche il cuore. Papà Umberto non ne voleva sapere della borghese Maria Ricolfi Doria, due anni più vecchia di lui, campionessa di sci nautico, figlia di un industriale svizzero con ascendenze genovesi, anche lei straordinariamente determinata a non piacere sotto i colbacchi e gli stivali da cavallerizza.

Umberto tentò di dirottare quel figlio già innamorato pazzo verso più rassicuranti discendenti nobiliari ma niente. Senza assenso reale i due, dopo 13 anni di fidanzamento, si sposarono con rito civile l’11 gennaio 1970 a Las Vegas e con rito religioso il 7 ottobre 1971 a Teheran. Creando scompiglio sulla successione dinastica, perché senza una moglie di sangue blu e il sì del babbo, Vittorio Emanuele veniva escluso dalla linea ereditaria. Autogol confermato dalla Consulta dei senatori del Regno, che nel 2006 indicarono Amedeo di Savoia futuro re nel caso fosse tornata la monarchia.

Tanto i due già non si piacevano, durante il matrimonio di Felipe di Spagna erano addirittura venuti alle mani e dopo lo scazzottamento Vittorio Emanuele fu perentorio: "È solo terzo. Rappresenta solo se stesso". La fine dell’esilio coincide con l’inizio dei guai giudiziari. Nel 2006 su richiesta del pm Woodcock viene coinvolto in un’inchiesta sul casinò di Campione d’Italia e arrestato per associazione a delinquere, corruzione e sfruttamento della prostituzione.

"Le prove? – dirà dopo l’assoluzione - Solo un anno e mezzo di intercettazioni. Mi hanno rilasciato con tante scuse ma mi hanno distrutto l’immagine". Viene risarcito con 40 mila euro che devolve in beneficenza, ma nei giorni del carcere si trova incastrato di nuovo da una cimice: "Ho fregato i giudici francesi". E la moviola torna all’agosto 1978, quando da uno yacht all’isola di Cavallo parte un colpo di fucile e a farne le spese è Dirk Geerd Hamer, studente tedesco addormentato su una barca vicina. La giustizia francese lo condanna solo per porto abusivo di armi, 15 anni dopo il prjncipe ereditario confessa a un compagno di cella, poi bolla il contenuto delle intercettazioni come "fandonie". Tutta da interpretare anche la parabola di suo figlio Emanuele Filiberto, il principe femminista che ha rinnegato la legge Salica in nome dell’erede Vittoria perché "le donne lo fanno meglio". Sognava di diventare astronauta, ha ripiegato sulla tv, il cinepanettone, Sanremo. Ha ammesso di recente: "Mio padre ha sbagliato a non chiedere scusa per le leggi raziali. Lo faccio io. Lui ha avuto rispetto per la sua famiglia, non avrebbe potuto".