Mercoledì 8 Maggio 2024

Milleproroghe 2018, soldi alle periferie. Sindaci in rivolta: "Conte li restituisca"

Fondi tagliati. Pressing sul premier che ha promosso un altro decreto Milleproroghe, il governo pone la fiducia. Deputati Pd occupano l'Aula a Montecitorio

Milleproroghe, il Pd occupa l'Aula alla Camera (Ansa)

Milleproroghe, il Pd occupa l'Aula alla Camera (Ansa)

Roma, 13 settembre 2018 - A Bologna rischia di saltare il progetto Pilastro che avrebbe dovuto riqualificare, anche con una grande caserma dei Carabinieri, uno dei quartieri simbolo della città. In Toscana sono in bilico fondi per oltre 150 milioni. Napoli potrebbe dire addio alle strade e alle scuole per Scampia, il quartiere dove è ambientato Gomorra e dove dovrebbero essere abbattute le famose ‘Vele’. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, minaccia fuoco e fiamme e annuncia di aver già dato all’Avvocatura del Comune il mandato per avviare un’azione legale. Sulla stessa linea anche il suo collega di Pesaro, Matteo Ricci. Insomma, non si ferma la rivolta dei sindaci contro i tagli al piano Periferie decisi dal governo giallo-verde. Neanche l’accordo siglato in extremis tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e il numero uno dell’Anci (l’associazione dei Comuni), Antonio Decaro, è servito a far calare il termometro della tensione. Se non altro perché, nel frattempo, alla Camera l’esecutivo ha incassato la sua prima fiducia proprio sul decreto Milleproroghe, il provvedimento che contiene tra l’altro anche il taglio di 1,1 miliardi per il piano periferia.

Una decisione tecnica, dal momento che il provvedimento non poteva essere più modificato. Ma che ha scatenato l’ira dell’opposizione. Con un gruppo di deputati Dem che ha deciso di occupare la Camera sdraiandosi sui banchi riservati all’esecutivo. "Aver posto la fiducia è stato un atto grave e illegittimo – spara Graziano Delrio, capogruppo del Pd a Montecitorio –. A loro non importa nulla dei problemi delle città ma interessa solo il potere, sono animati da una furia demolitrice". Ma sul piede di guerra non ci sono solo i Dem. Critiche alla mossa dell’esecutivo sono arrivate anche da Forza Italia e da Fratelli d’Italia. Per la vicepresidente alla Camera degli Azzurri, Mara Carfagna, "il taglio deciso da Cinquestelle e Lega è una vera e propria rapina ai danni del Sud".

Per la verità, il premier Giuseppe Conte aveva provato a mettere una toppa, salvaguardando i fondi destinati ai Comuni sia pure spalmandoli sui prossimi tre anni. Un’operazione che il governo si è impegnato a fare nell’arco di una decina di giorni, con un decreto ad hoc per annullare gli effetti del Milleproroghe. Un’intesa che aveva spinto Decaro a non sospendere, per il momento, le relazioni istituzionali, sia pure senza abbassare la guardia: "Non abbiamo capito le motivazioni per le quali non è stato possibile correggere il testo in queste ore. Registriamo, però, un impegno importante che metteremo alla prova dei fatti".

Insoddisfatto, invece, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che giudica "inspiegabile e pericoloso il rinvio dei fondi da parte del governo e della maggioranza". In controtendenza, invece, la prima cittadina di Torino, la pentastellata Chiara Appendino, che tira un respiro di sollievo: "I fondi destinati alla città e all’area metropolitana sono salvi". "Il governo, aggiungono i deputati M5s della Commissione Bilancio della Camera, si è impegnato a finanziare tutti i progetti in fase avanzata, avviando anche un monitoraggio nei successivi 60 giorni".