Domenica 1 Settembre 2024

Lega in tensione. Salvini sfida Bossi. Ma perde Pontida

Il segretario: il voto? Siamo vivi e vivaci "Umberto ha mancato di rispetto al nostro partito".

Lega in tensione. Salvini sfida Bossi. Ma perde Pontida

Lega in tensione. Salvini sfida Bossi. Ma perde Pontida

"Tutti ci davano per morti, ma siamo vivi e vivaci. Siamo sopra il risultato delle ultime Politiche". Matteo Salvini si sforza di dare fiato alla trombe dell’entusiasmo. Ma fra le spine della corona che cinge la fronte del segretario federale, vicepremier, ministro, una è particolarmente acuminata: Umberto Bossi e il suo messaggio, affidato a Paolo Grimoldi, per annunciare che avrebbe votato Marco Reguzzoni, federalista della prima ora e indipendente nelle liste di FI. Salvini enuncia: "Non voglio male a nessuno e a Bossi ho anche intitolato il mio libro. Ma sicuramente dovrò ascoltare i militanti. È evidente che se qualcuno dice che vota un altro partito manca di rispetto a un’intera comunità. Il nostro è il caso più unico che raro di un partito che, di fronte al fondatore che dichiara a urne aperte che voterà per altri, non solo ha tenuto ma è andato avanti".

Uno stretto cordone di riservatezza e mura molto più alte di quelle che proteggono il villino color ocra di Gemonio, blindano la riservatezza di Umberto Bossi, preservandolo dai venti di bufera. Telefono muto. Nessun commento neppure dai suoi fedelissimi: voto del silenzio. Intanto, nel cielo piovoso della Lombardia aleggia la parola ’espulsione’. C’è, però, chi fa osservare che il Senatùr, anche se eletto alla Camera, non ha la tessera della Lega per Salvini premier ma quella della Lega Nord. Su chi, allora, potrebbero abbattersi i fulmini del consiglio federale? Sul ’messaggero’ Grimoldi?

"Espulsione da cosa? – rintuzza lui, ex segretario della Lega Lombarda, uno dei due coordinatori del Comitato Nord voluto da Bossi ma iscritto alla Lega salviniana –. Io ho semplicemente riportato quello che mi era stato detto da Bossi. Mi domando se porre una questione politica debba essere materia di espulsione". Il dibattito sull’identità del movimento è aperto da tempo e il responso delle urne, con la Lega superata da Forza Italia, lo riaccende. "È una fatto – sintetizza Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato – che induce a fare attente riflessioni negli organismi competenti", ponendo "la giusta enfasi" alla "questione settentrionale".

Nell’inquieto dopo-voto, dalla Bergamasca risuonano i rintocchi tristi di una campana: dopo un governo al Comune iniziato vent’anno or sono, il Carroccio ha perduto Pontida, un feudo, un simbolo, la cittadina di tremila abitanti che ogni anno visita il raduno del popolo leghista. Il civico Davide Cantù ha superato l’uscente Pierguido Vanalli. Un seggio è andato anche alla lista di un ex, Roberto Castelli: ieri ministro, oggi leader del Partito popolare del Nord.

Gabriele Moroni