Lunedì 29 Aprile 2024

Le elezioni a Firenze. Schmidt è in campo: "La mia esperienza per battere il degrado"

L’ex direttore degli Uffizi, nato tedesco, è naturalizzato italiano. Ha sciolto la riserva. "Ma non ho tentennato, dovevo prima prepararmi"

Roma, 18 aprile 2024 – Eike Schmidt, di tempo per decidere di candidarsi ce ne ha messo. E perché alla fine si è gettato nell’agone politico?

"Non è che tentennavo: lo faccio o non lo faccio. Ma c’è stato un lavoro organizzativo prima di dire ‘mi lancio’. La discesa in campo va preparata, anche se avevo deciso da tempo, soprattutto quando mi sono reso conto che l’emergenza sicurezza a Firenze è impellente".

Ore 13.30 Eike Schmidt, nato a Friburgo 56 anni fa, naturalizzato italiano, per otto anni direttore degli Uffizi e ora in aspettativa da Capodimonte, troneggia sul tavolino di un bistrot a Firenze e non rinuncia a un piatto di maccheroni. Dopo mesi di rumors e un ossessivo ‘non confermo’, si è candidato a meno di sessanta giorni dalle elezioni come civico appoggiato dai partiti del centrodestra, voluto fortemente dal ministro Gennaro Sangiuliano e dal colonnello di Giorgia Meloni in Toscana, Giovanni Donzelli. Una corsa lampo per provare a strappare lo scettro del potere al centrosinistra che ha schierato Sara Funaro, mentre Iv di Matteo Renzi l’attuale vicepresidente della Regione Stefania Saccardi.

Le elezioni a Firenze. Schmidt è in campo: "La mia esperienza per battere il degrado"
Le elezioni a Firenze. Schmidt è in campo: "La mia esperienza per battere il degrado"

Nessuna resistenza alla sua candidatura?

"A parte qualche amico del Pd che mi ha sconsigliato, c’è stata solo mia moglie".

Non voleva?

"Era contraria ma alla fine l’ho convinta e se l’ho fatto con lei posso farlo anche con altri".

Si è chiesto perché il centrodestra abbia scelto un civico e non un esponente di partito?

"Certo e immagino non sia stata una decisione semplice, per qualcuno anche sofferta, ma penso che quello che sono riuscito a fare nel lavoro antidegrado come direttore degli Uffizi li abbia convinti: è il punto centrale del mio programma e il punto dolente di questa città".

Come pensa di vincere?

"Con uno slogan: Firenze magnifica perché bisogna trarre dalla gloriosa tradizione della città una visione per il futuro".

Lei si è sempre dichiarato antifascista... dico bene?

"Lo sono in modo convinto. Ho sempre partecipato alle manifestazioni antifasciste e agli Uffizi ho organizzato ogni anno un evento per il giorno della Memoria, per il 4 agosto e per l’11 agosto, la Liberazione di Firenze".

Un politico a cui si ispira?

"Piuttosto direi un amministratore, sono un neofita della politica e vorrei portare la mia esperinza di management".

Un nome?

"Se mi dovessi ispirare ai grandi del passato l’Elettrice Palatina Anna Maria Luisa dè Medici, senza volermi inserire in questa sfera di importanza, la vedo come una stella polare nel segno di una saggia amministrazione".

La spaventa la competizione con Funaro e il centrosinistra?

"Assolutamente no".

Sicurezza al primo posto dice. Un sindaco cosa può fare?

"Il decoro va a braccetto con la sicurezza e il degrado con delinquenza. L’ho sperimentato".

Tramvie sì o tramvie no?

"La prendo spesso, ma il problema è che è stata usata una tecnologia vecchia. E da museologo quei pali mi fanno orrore. Serve un progetto moderno".

Dai suoi Uffizi sono passati tutti, anche Giorgia Meloni…

"Prima di diventare premier, rimasi colpito dalle sue conoscenze in campi che non ci si aspetta come la teologia medievale. Ha quattro marce in più".

Lo avrebbe detto anche se fosse stato appoggiato dai partiti di centrosinistra?

"Sicuramente".