Venerdì 3 Maggio 2024

Il libro di Valditara, ‘La scuola dei talenti’: "La vera rivoluzione è il merito"

È uscito il saggio del ministro: "Il capitale umano, la formazione e l’innovazione sono il motore dell’Italia"

Roma, 4  marzo 2024 – "Ogni giovane è come una lucerna ricca di olio che attende solo il fuoco per accendersi. E la scuola costituzionale, la scuola dei talenti, deve essere il fuoco". Convinto che "il capitale umano, la formazione e l’innovazione siano il motore del Paese", nel volume “La scuola dei talenti” (Piemme), il ministro Giuseppe Valditara illustra la filosofia alla base della ‘rivoluzione’ del merito.

Un manifesto programmatico attraverso il quale Valditara mostra una chiara visione d’insieme, guardando al futuro ma con le radici ben salde nella storia culturale e politica del nostro Paese. Non interventi spot, ma un vero e proprio disegno che parte dal superamento dell’eredità di Gentile per arrivare alle sfide poste dall’intelligenza artificiale. Contestualizzando in un percorso più ampio i passi fatti fino ad oggi – dalla riforma dell’istruzione tecnica professionale al liceo del Made in Italy –, Valditara illustra interventi e obiettivi futuri aprendo una riflessione sul ruolo della scuola nella società italiana contemporanea.

Sullo sfondo una forte critica all’atteggiamento della sinistra comunista e di matrice sessantottina, colpevole, per Valditara, di gran parte dei ‘mali’ che affliggono oggi la scuola italiana. In primis la svalutazione della formazione scientifica e tecnico-professionale che, prendendo le mosse dalla visione elitaria di Gentile, con il liceo classico al vertice del sistema educativo, è proseguita con l’unitarietà del percorso scolastico proposta da Gramsci per opporsi a una ‘scuola di classe’ ritenuta funzionale alla concezione capitalista della divisione del lavoro. Ai miti del ‘68 – sulla scia del "vietato vietare", "tutto e subito", "6 politico" – il ministro attribuisce la deriva nel ‘facilismo educativo’, il rifiuto della valutazione, della difficoltà dei percorsi formativi, della serietà educativa, ma anche la perdita di autorevolezza degli insegnanti.

A ciò Valditara contrappone un approccio che "sappia ‘socraticamente’ tirar fuori il meglio che ogni giovane possiede dentro di sé, lo sappia valorizzare e lo sappia orientare verso le scelte formative future il più possibile coerenti con le sue potenzialità, per la piena realizzazione della persona anche nella prospettiva di un soddisfacente inserimento nel mondo del lavoro".

Una scuola che in cambio chiede allo studente "impegno, diligenza, perseveranza, responsabilità".

Va in questa direzione la reintroduzione dei voti da insufficiente a ottimo e di giudizi "facilmente comprensibili da studenti e famiglie" alla primaria, ma anche il ricorso alla bocciatura come stimolo quando il disimpegno dello studente è intenzionale.

Un progetto fatto di interventi spesso radicali che appaiono declinare nell’ambito dell’istruzione alcuni dei cavalli di battaglia della Lega. Ha fatto discutere negli ultimi giorni la proposta di introdurre "classi preparatoria, di transizione" per accompagnare l’inserimento a scuola degli studenti stranieri. Un’idea che – spiega Valditara nel suo libro –, sul modello di quanto accade in altri Paesi, parte da un dato certo: "senza adeguate competenze linguistiche è di fatto impossibile realizzare un’integrazione efficace e duratura".

Nel progetto del ministro rientra anche l’idea di ‘federalismo scolastico’ che assegna alle regioni il compito di "costruire percorsi formativi di alto profilo, capaci di affiancare, integrare e completare l’istruzione statale" per definire "un’offerta scolastica veramente coerente con le necessità delle realtà locali". A ciò si affianca la proposta di un "welfare territoriale" per sostenere il reddito da lavoro dipendente dei docenti con ulteriori incentivi e benefici legati al maggior costo della vita in modo da arginare l’emorragia di docenti dal Nord al Sud.

Mentre il governo, a livello europeo, è impegnato nel tentativo di ottenere l’esclusione delle spese per l’istruzione dal Patto di Stabilità, Valditara ha già pronto l’ultimo capitolo della sua riforma: il lancio di una "grande mobilitazione del privato per la scuola" per favorire l’incontro fra le richieste di investimenti delle scuole e le necessità formative delle imprese.