C’è anche l’organizzazione della mostra sul Futurismo tra le "rivelazioni" della nuova stagione di Report che andrà in onda domani sera e le cui anticipazioni hanno già portato, o contribuito a portare, alle dimissioni del capo di gabinetto Francesco Spano, voluto alla Cultura dal neo ministro Alessandro Giuli. Il quale, intanto, è scomparso dai radar e ha disertato sia un incontro al Collegio Romano con le rappresentanze sindacali, che registrano con "rammarico" la situazione in corso al ministero, sia un appuntamento romano di FdI organizzato per festeggiare i due anni di governo. L’inchiesta di Rai 3 riaccende un faro sul caso già emerso del mancato co-curatore della mostra, Alberto Dambruoso, estromesso dall’organizzazione della mostra dopo che l’ex ministro Sangiuliano aveva rimpiazzato quello che doveva essere il comitato scientifico incaricato di organizzare l’esposizione con un comitato organizzatore composto, tra gli altri, dall’allora presidente del Maxxi, lo stesso Giuli, e dalla direttrice del Museo, e che si avvale anche del contributo del vignettista Osho, al secolo Federico Palmaroli. Tra i servizi c’è anche un riferimento al presidente della Commissione Cultura della Camera di FdI, Federico Mollicone che smentisce le ricostruzioni su un suo ruolo rispetto alla scelta della Gnam di avere indicato la Galleria Russo tra i pochissimi prestatori di opere private. In un articolo di un quotidiano, che cita Report, si fa riferimento al taglio del numero delle opere che verranno esposte, passate da 650 a 350, sostenendo che la scelta sarebbe derivata dalle "pressioni per esporre i quadri di un gallerista romano, Fabrizio Russo, amico di FdI (Report lo mostra mentre fa il saluto romano) e in particolare del presidente della commissione Cultura Federico Mollicone". Il deputato però smentisce e minaccia querele. E sostiene di non aver mai incontrato per questo né la direttrice della Gnam, Cristina Mazzantini, né il capo della segreteria tecnica del Mic, Emanuele Merlino, per parlare della mostra sul Futurismo insieme al gallerista Russo.
Il silenzio di Giuli, intanto, preoccupa la maggioranza che vede con terrore un suo possibile passo indietro dopo le frizioni interne emerse sul caso Spano. E riarma l’opposizione con il Pd che parla di "commissariamento politico" imposto dal suo partito: "Chiediamo quindi al ministro Giuli di chiarire con urgenza la sua posizione, venire in Parlamento e stabilire un incontro a breve con le organizzazioni sindacali".
La premier Giorgia Meloni difende Giuli dagli attacchi: "Ce l’hanno col ministro Giuli per l’apocalittismo difensivo perché in realtà se lo erano inventati loro".
red. pol.