Lunedì 29 Aprile 2024

Maria Elena Boschi: "Alle Europee Italia Viva oltre il 4%. Chi sceglie noi toglie voti alla destra e a Conte"

L’ex capogruppo alla Camera: Calenda tiene viva una telenovela per avere visibilità. "Sul caso Salis, Meloni preferisce tenersi caro Orban, anziché tutelare un’italiana"

L’ex capogruppo alla Camera, Maria Elena Boschi

L’ex capogruppo alla Camera, Maria Elena Boschi

Roma, 2 aprile 2024 – Onorevole Maria Elena Boschi, dopo le elezioni europee prevede scossoni nel governo?

"Noi ci candidiamo a dare una scossa all’Europa. Per noi il vero obiettivo è che l’Europa cambi passo su politica estera, energia, migrazione. Proporremo l’elezione diretta del presidente della Commissione, superamento del diritto di veto, liste transnazionali. Non so se ci saranno rimpasti di governo in Italia, ma di sicuro già ora sono uno contro l’altro in maggioranza. Più che pensare ad attuare il Pnrr o abbassare le tasse alle famiglie, sono in una perenne campagna elettorale. Ogni giorno sembra una resa dei conti tra Meloni e Salvini e il prezzo lo pagano gli Italiani".

Qual è il vero obiettivo che vi prefissate?

"Andremo ben oltre la soglia del 4% ed eleggeremo almeno 6 parlamentari. Non ci limiteremo a sommare i voti delle singole forze politiche, perché siamo l’unica novità delle prossime elezioni. Chi vota per noi, toglie parlamentari a Meloni, Salvini e Conte. Saremo decisivi per eleggere i vertici delle istituzioni europee. Ci batteremo per un’Europa che torni a contare e che non dimentichi le aziende del nostro Paese o le nostre famiglie. Vorremmo che i ragazzi tornassero a entusiasmarsi per il sogno europeo".

Con Calenda è davvero impossibile ricostruire un asse politico per un’alternativa all’attuale maggioranza di governo?

"Quella di Calenda è una telenovela che tiene in vita lui per avere un po’ di visibilità. Cambierà idea per le Europee perché senza di noi fatica a fare il 3%, non il 4. Rivedo lo stesso film del 2022: Calenda fa dichiarazioni roboanti, poi all’ultimo minuto torna indietro e chiede una mano. Insulta per un anno e last minute cambia idea. Vedrete, accadrà anche stavolta con la lista Stati Uniti d’Europa. Noi dobbiamo salvare l’Europa dall’irrilevanza. Davanti a questo obiettivo le polemiche di Calenda sono infantili e inspiegabili".

L’Europa che nascerà dovrà ancora fare i conti con gente come Orban. Un suo commento sul caso di Ilaria Salis…

"Noi siamo da sempre a fianco della famiglia Salis nel chiedere un processo giusto per Ilaria e soprattutto condizioni umane e dignitose. Abbiamo protestato sotto all’ambasciata ungherese, Roberto Salis è stato con noi alla Leopolda e Ivan Scalfarotto era presente all’udienza a Budapest, ma avrebbe dovuto esserci il governo italiano. È paradossale che sia dovuto intervenire personalmente il presidente Mattarella di fronte al silenzio imbarazzato e imbarazzante di Meloni e dei suoi ministri. Con le Europee alle porte, Meloni preferisce tenersi caro il suo alleato Orban anziché tutelare i diritti di un’italiana. Altro che patrioti. Noi abbiamo proposto che si blocchino i trasferimenti di fondi europei, e quindi anche i soldi degli Italiani, all’Ungheria finché viola lo stato di diritto".

L’8 e 9 giugno si vota anche per il nuovo sindaco di Firenze. Ci faccia un quadro di questa sfida.

"Nardella ha deciso di fare una prova di forza e di isolare il Pd, preferendo accordarsi con la sinistra radicale. Noi puntiamo ad andare al ballottaggio con Stefania Saccardi perché sarebbe la persona migliore per amministrare Firenze. Ma anche se non andremo noi al ballottaggio, saranno loro a venire da noi. Volevano sancire l’irrilevanza di Renzi a Firenze: ci stanno dando ancora più centralità. Noi ricominciamo da dove ha sbagliato Nardella: vogliamo una città più sicura e solidale, investimenti pubblici in scuole e case popolari non sullo stadio, un aeroporto all’altezza di una città come Firenze".

Landini ripropone di sottoporre a referendum la legge sul Jobs Act....

"Landini ha già incassato l’appoggio di M5S, Avs e di importanti dirigenti del Pd che hanno detto sì al referendum. Il Pd così va contro la sua storia e dimostra di essere contro chi crea lavoro. Il Pd ora sembra vergognarsene preferendo la logica del sussidio. Si preoccupano di distruggere ciò che ha funzionato anziché fare proposte".