Giovedì 3 Ottobre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Elezioni Liguria, il dopo Toti. Bucci: "Non cambia nulla, avanti col programma". A sinistra stallo sulle liste

Il patteggiamento dell’ex governatore ha preso in contropiede il centrodestra. Dubbi e riserve nel campo largo: i renziani potrebbero correre senza simbolo

Il sindaco di Genova Marco Bucci

Il sindaco di Genova Marco Bucci

Roma, 15 settembre 2024 – Giovanni Toti sgambetta l’orizzonte della continuità professato da Marco Bucci, i centristi di Matteo Renzi e Carlo Calenda lasciano in forse la coalizione extra large propugnata da Andrea Orlando. Sono in salita per tutti le elezioni regionali liguri di fine ottobre. L’inatteso patteggiamento del presidente dimissionario, e offeso per il sostegno troppo blando alle sue ragioni da parte degli alleati, ha preso in contropiede la maggioranza e il sindaco di Genova candidato alla successione. Mentre il campo progressista guidato dall’ex ministro dem stenta a trovare la quadra soprattutto col lato corto, ma indispensabile, dei moderati. Due contrattempi emblematici. Anche perché quelle liguri si profilano come le più simboliche e combattute della tornata autunnale, in cui il centrosinistra potrebbe godere dei favori del pronostico per fare capotto in tre Regioni su tre: con la quasi sicura conferma in Emilia-Romagna e la possibilità di riconquistare il governo di Umbria e Liguria.

A Palazzo Chigi spira perciò aria di preoccupazione. Negli uffici parlamentari delle forze di governo non si fa mistero dell’allarme per "il pericolo di cappotto" nelle Regioni. Nonostante i favori dei dati macroeconomici e dei sondaggi nazionali – che accreditano il centrodestra di circa 4 punti di vantaggio sul centrosinistra, 47/48 a 43/44%, centristi esclusi –, la maggioranza rischia un malaugurato triplete alle regionali. Non è un caso che alla fine Giorgia Meloni si sia rivolta al sindaco di Genova per chiedergli un sacrificio di generosità, nonostante la riluttanza già espressa anche a causa di ragioni di salute: Bucci è infatti il candidato più autorevole e accreditato del centrodestra; così come Orlando lo è nel campo avverso.

L’inatteso patteggiamento di Toti non è stato preso di buon grado dal centrodestra. L’ex governatore, che si paragona a un Cristo ignorato con la croce in spalla, ha il dente avvelenato per le blande difese d’ufficio e per il boicottaggio della sua candidata alla successione, la giornalista e parlamentare di Noi moderati Ilaria Cavo. Difatti non si dichiara il conflitto coi magistrati, bensì con "una politica ipocrita che ha approvato e applaudito leggi morali". Il candidato governatore Bucci, che dichiara di non essere stato informato del patteggiamento, fa buon viso e tira diritto: "Non cambia nulla, vado avanti con il mio programma", dichiara, sostenendo che i motivi della sua candidatura sono gli stessi della prima sfida come primo cittadino: fare le cose di cui "Genova e la Liguria hanno bisogno".

Per Orlando il patteggiamento è invece "un implicito riconoscimento di responsabilità". Perciò l’ex ministro mette il dito nella piaga della continuità perseguita da Bucci, che a suo avviso deve invece "spiegare" la propria disattenzione. Orlando contesta infatti che "dieci anni di ‘sistema Toti’ hanno lasciato macerie, una cappa di cricche e consorterie che soffoca la Liguria". Ma anche lui si trova impigliato nelle more dell’amministrazione locale, soprattutto del capoluogo dove siedono esponenti di Italia viva. Se Bucci ribadisce che rimarranno in giunta, Matteo Renzi ha invece deciso di sostenere Orlando in ottemperanza alla sua scelta di campo progressista. Considerate però le molte riserve di sinistra, la quadra è però complicata, e potrebbe risolversi con delle candidature in una lista civica orlandiana, dove potrebbe presenziare anche +Europa. Al contrario Azione vuole essere della partita col proprio simbolo.