Lunedì 29 Aprile 2024

Voti comprati, caos a Bari. Indagata un’assessora Pd. Schlein: no alle clientele. Ma Conte ferma le primarie

Attacca il centrodestra. Gasparri (FI): la situazione ormai è imbarazzante

Bari, 4 aprile 2024 – La tempesta giudiziaria in Puglia sta diventando un tornado che rischia di far saltare equilibri e ambizioni politiche. Dopo la prima inchiesta (sospette collusioni mafiose al Comune di Bari) va in scena un secondo tempo che investe la Regione con l’assessora Pd ai Trasporti, Anita Maurodinoia, costretta alle dimissioni per compravendita di voti, grazie a un sistema ideato dal marito, Sandro Castaldo.

“La linea del Pd è molto chiara – dice la segretaria Elly Schlein a tre giorni dalle primarie del centrosinistra per il candidato a sindaco di Bari – non tolleriamo voti sporchi o comprati. Chi pensa che la politica sia un taxi per assecondare ambizioni personali, qui deve trovare porte chiuse e sigillate". Parole che non scaldano né riscuotono applausi. Anzi il suo principale alleato, Giuseppe Conte, leader M5s, taglia corto: "Non ci sono più le condizioni per svolgere seriamente le primarie". Su di lui l’ironia di Matteo Renzi, Iv: "Lascia le primarie ma non lascia la poltrona".

La segretaria del Partito Democratico (Pd) Elly Schlein con il presidente del Movimento 5 Stelle (M5s) Giuseppe Conte
La segretaria del Partito Democratico (Pd) Elly Schlein con il presidente del Movimento 5 Stelle (M5s) Giuseppe Conte

C’è il rischio che a Bari non si voti perché la commissione di accesso potrebbe commissariare il Comune e rinviare le elezioni di 18 mesi. Una soluzione che non sembra dispiacere alla destra perché due big come Filippo Melchiorre, senatore di FdI e Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia (FI), non hanno voglia di scannarsi per diventare sindaci. Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di FI, non lo manda a dire: "Si prenda atto di una situazione che sta creando imbarazzo a sinistra e investe direttamente il Comune, ma anche la Regione. Minimizzare e coprire, da parte di ambienti di potere e informativi, non può cancellare una realtà grave e inquietante che va affrontata con immediatezza e misure decise". A far precipitare gli eventi 8 arresti, 15 ordinanze cautelari e 72 indagati. Dopo Giacomo Olivieri e Maria Carmen Lorusso, protagonisti del jet set mondano-politico di Bari, a finire nel clamore della nuova inchiesta è un’altra coppia politica. L’assessore regionale Pd ai Trasporti, Anita Maurodinoia, indagata per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, uffici e casa perquisiti, e il marito Sandro Castaldo, promotore del movimento Sud al Centro, agli arresti domiciliari.

Un’inchiesta che ha suscitato un terremoto nella politica barese tanto da costringere l’assessora alle dimissioni. Un passo indietro accettato subito dal governatore Michele Emiliano: "Ho sempre detto e ribadito che chi sbaglia paga. Il voto di scambio è un atto illegale e intollerabile, ma a coloro che stanno già strumentalizzando questa vicenda dico che, così come sono garantisti con un ministro, dovrebbero esserlo con chiunque altro".

L’arresto di Castaldo è avvenuto nell’ambito di un’indagine sulla compravendita di voti che ha riguardato l’elezione nel 2021 di un protégé di Maurodinoia, il sindaco di Triggiano (centrosinistra) Antonio Donatelli, anche lui finito ai domiciliari. Secondo i pm, per far rieleggere l’uscente Donatelli, Cataldo avrebbe utilizzato una rete di gregari attivi negli enti di formazione, con il compito di individuare triggianesi disposti a barattare il voto in cambio di 50 euro o della promessa di un lavoro. L’indagine ha disegnato un sistema già collaudato nel 2020, durante le elezioni di Grumo Appula. In quel caso, il risultato fu la rielezione dell’allora assessore alla Sicurezza e alla Polizia municipale, Nicola Lella, 33 anni, poi arrestato per una mazzetta da 5mila euro. Un meccanismo rodato che serviva ad assicurare soprattutto l’ascesa di Maurodinoia in Regione con una valanga di voti e farle guadagnare il titolo di Lady preferenze.