Per superare i freni strutturali che bloccano la competitività Ue servono riforme senza precedenti che devono coinvolgere tutti gli attori europei: èl’allerta lanciata dall’ex presidente della Bce Mario Draghi nel rapporto sulla competitività arrivato a Bruxelles. Il documento è stato presentato ieri brevemente prima agli ambasciatori Ue, a cui lo stesso Draghi ha tracciato una diagnosi sui mali della competitività. Poi è stato al centro di un confronto con i vertici delle forze politiche al Parlamento europeo. L’intero rapporto dovrebbe essere invece presentato ufficialmente lunedì. Le indiscrezioni e le anticipazioni indicano che le 400 pagine del rapporto avranno un doppio approccio, con prescrizioni trasversali per l’Ue sui dieci settori di intervento individuati.
Di sicuro Draghi ai suoi interlocutori ha sottolineato la necessità e l’urgenza di intervenire in settori chiave per il rilancio dell’economia europea come i prezzi dell’energia, la mancanza di innovazione, il mercato dei capitali, le regole sulla concorrenza (e quindi gli aiuti di Stato), la coesione, il gap di competenze, l’aumento degli investimenti e la difesa. Ai rappresentanti dei 27 Stati Ue Draghi ha già sottolineato la necessità di un’azione a 360 gradi sulle riforme europee. Con gli ambasciatori ha parlato di 5 macro-capitoli: produttività, riduzione delle dipendenze, clima, inclusione sociale e ricette per i singoli settori sulla base dei principali dossier economici.