Roma, 18 settembre 2024 – “Credo sia il meglio che potesse capitarci”. Non ha dubbi l’ex presidente dell’Anci ed ex sindaco dem di Bari, Antonio Decaro, sull’incarico a Raffaele Fitto come commissario europeo scelto dal governo di centrodestra di Giorgia Meloni. Per l’eurodeputato pugliese del Pd, il corregionario neocommissario,di cui è anche amico, ha il necessario profilo europeista e non sovranista. Col solo rammarico che le deleghe attribuitegli “sono meno pesanti rispetto al passato”.
Onorevole Decaro, al netto degli attestati di stima personale, qual è la sua valutazione politica sulla scelta di Raffaele Fitto come commissario europeo da parte del Governo Meloni?
“Partendo dal presupposto che la nomina del Commissario europeo spetta al Governo in carica, quindi un governo di centrodestra, il nome non poteva che appartenere a questa parte politica. Detto questo, credo che l’indicazione di Raffaele Fitto, con una lunga esperienza in Europa e di tradizione moderata sia credo il meglio che potesse capitarci. Non mi sembra abbia il profilo del sovranista”.
A suo avviso la nomina dell’euro-conservatore Fitto può essere perciò intesa come concreta volontà di aggregarsi alla maggioranza von der Leyen da parte della premier e del suo partito?
“Essendo tra i più importanti Stati membri dell’Unione, l’Italia non poteva non essere adeguatamente rappresentata all’interno della Commissione. La premier ha fatto una scelta oculata nell’individuare Fitto per questa carica. Credo che al di là della propaganda politica nessuno in Italia, né tantomeno al governo, potesse pensare di poter fare a meno dell’Europa. Purtroppo le deleghe hanno meno peso rispetto al passato”.
Perché meno pesanti?
“Sono meno pesanti rispetto alla delega all’economia che aveva l’Italia nella precedente commissione”.
Pensa comunque che le deleghe alla coesione e le riforme attribuite a Fitto, e la sua esperienza di governatore e ministro che viene dal Mezzogiorno, possano aiutare e avvantaggiare l’integrazione dell’Italia nell’Unione?
“Fitto conosce il Sud, non solo quello italiano. Sa che i fondi di coesione sono ossigeno per la vita di tanti territori e mi auguro nel suo mandato vorrà proseguire il lavoro avviato dall’Europa negli anni passati. La politica di coesione, per sua essenza deve unire nella salvaguardia delle specificità di ciascuno non evidenziare e valorizzare le differenze e le sovranità nazionali. La Coesione nei prossimi anni dovrà per forza di cose andare di pari passo con le politiche di contrasto al cambiamento climatico, gli investimenti per la messa in sicurezza dei territori, la tutela delle piccole e medie imprese che devono trovare un nuovo slancio competitivo attraverso l’innovazione e il rispetto dell’ambiente”.
Sono fondati a suo avviso i rimproveri a von der Leyen di aver costruito una Commissione che ammicca troppo alle destre identitarie? Il Pd voterà a favore?
“La posizione del Pd è chiara ed è stata espressa dal nostro capo delegazione Nicola Zingaretti: valuteremo nelle audizioni se il programma dei commissari sarà in linea con il programma presentato dalla presidente von der Leyen a forte trazione europeista e progressista”.