Venerdì 3 Maggio 2024

Centrodestra ed Europee: uniti davanti ai fotografi, ma è gelo Lega-Forza Italia

Regionali in Basilicata, abbracci e fair play all’evento conclusivo per Bardi. Ma Tajani il 9 giugno vuole superare il Carroccio e Salvini si gioca la leadership

Roma, 20 aprile 2024 –  Il centrodestra sa di avere una carta vincente e la gioca sempre. Non si può che applaudire la capacità delle coalizione di apparire unita e di conseguenza, come dice Antonio Tajani, "responsabile, seria, con una visione alternativa alla sinistra" anche quando nella realtà volano coltellate e la sfida è all’ultimo sangue. Ieri, chiudendo la campagna elettorale di Vito Bardi dal palco di Potenza, sia Matteo Salvini che un Tajani in piena forma cercano sì di tirare ciascuno l’acqua al proprio mulino, in vista della sfida diretta per il titolo di secondo partito della coalizione alle Europee, ma lo fanno con fair play. "Non dobbiamo rubarci i voti a vicenda", afferma il leader di FI. "Conte e Schlein si mettano l’anima in pace, il centrodestra è compatto. Governeremo 5 anni", dichiara il Capitano.

I leader del centrodestra al comizio conclusivo della campagna elettorale per Vito Bardi in Basilicata
I leader del centrodestra al comizio conclusivo della campagna elettorale per Vito Bardi in Basilicata

Nessuno, sentendoli cinguettare, penserebbe che sono ai ferri corti e che l’8 e il 9 giugno uno dei due, Salvini, rischia di giocarsi la leadership. L’Autonomia differenziata, che per Tajani deve essere "un obiettivo equo anche al Sud", è la miccia che fa esplodere le ostilità. In Veneto FI è stata estromessa dalla maggioranza dal Carroccio per gli affondi del coordinatore azzurro Flavio Tosi al governatore Luca Zaia sulla riforma leghista. "Vedo molto nervosismo nel presidente del Veneto, se ci sono ritardi sull’Autonomia se la prenda con i suoi", insiste Tosi. Tra i due non corre buon sangue: l’ex sindaco di Verona mira a sostituire Zaia alla guida della Regione, ma ad alzare la tensione è la campagna acquisti nazionale di ex dirigenti leghisti da parte di FI, che verranno presentati a Milano il 28 nell’evento-lancio di Forza Nord.

Come se non bastasse la Calabria, guidata dall’azzurro Roberto Occhiuto, l’altro giorno ha votato un testo per chiedere alla conferenza Stato-Regioni di non ratificare accordi in tema di Autonomia senza "una preventiva analisi d’impatto anche delle materie escluse dai Lep". Insomma, competition is competition.

La premier non ha questi problemi. Al comizio finale per Bardi si limita a elencare i successi del governo: "Non siamo più la Repubblica delle banane".

Giorgia Meloni rivendica il lavoro sulla sicurezza, sul "fisco amico", sulla sanità: "Da noi più soldi di tutti". Poi respinge quelle che considera "falsità spudorate" come il carcere per i giornalisti e la legge 194 sull’aborto: "Stiamo diventando la capitale mondiale delle fake news". Trascura quasi completamente lo specifico della Regione al voto domani e dopodomani. Sbaglio evitato da Salvini che promette, nei panni di ministro delle Infrastrutture, 3 miliardi per le strade e 6 per le ferrovie, e da Tajani che cerca in continuazione la sintonia con l’elettorato locale. Dal palco – dove salgono anche gli altri leader del centrodestra: Lorenzo Cesa, Gianfranco Rotondi e Maurizio Lupi – mancavano due componenti importanti della coalizione in Basilicata: Renzi e Calenda, che hanno preferito non farsi vedere con gli abituali nemici.

A pesare, però, non è tanto la presenza dei loro partiti, quanto quella di Marcello Pittella che, in seguito alla rottura con Conte, ha spostato Azione verso il centrodestra. A causa della mossa dell’ex presidente Pd della Regione, il quadro è cambiato: le previsioni danno in vantaggio il governatore uscente, Vito Bardi, le cui quotazioni fino a qualche tempo fa erano in picchiata. A meno di due mesi dall’election day, quando si voterà per le Europee, la prova lucana di domani e lunedì che interessa circa 570mila elettori sarà vissuta come una antipasto del 9 giugno. E in effetti i leader ieri erano concentrati pure su quelle urne, oltre che su quelle lucane. Per Giorgia Meloni l’eurosfida sta nell’avvicinarsi all’asticella del 30%. Per Antonio Tajani è superare la Lega. Ma Salvini rischia di giocarsi proprio quel giorno il tutto per tutto.