Mercoledì 9 Ottobre 2024
ERIKA PONTINI
Politica

Cantone in Parlamento: "Gli accessi illegali?. Numeri mostruosi". E spunta un ‘dossier Lega’

Il procuratore generale di Perugia ascoltato dalla commissione Antimafia e dal Copasir "A nome di Striano risultano 33mila file scaricti in oltre 10mila accessi alle banche dati" .

Cantone in Parlamento: "Gli accessi illegali?. Numeri mostruosi". E spunta un ‘dossier  Lega’

Cantone in Parlamento: "Gli accessi illegali?. Numeri mostruosi". E spunta un ‘dossier Lega’

Numeri "mostruosi", "inquietanti" con 33mila file scaricati, oltre 10mila accessi alle banche dati e il sospetto che Pasquale Striano, tenente della Finanza in servizio alla procura nazionale antimafia "possa non aver agito da solo". "Quelle informazioni potevano fare gola a tanti. Mandanti? Il sospetto è forte, ma serve la prova". Nello scandalo dossier compaiono anche altri due "atti d’impulso" – dossier preinvestigativi – finiti in un caso a una procura del nord, su cui è al lavoro la procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone. Questi ultimi vanno ad aggiungersi agli altri quattro (tra cui quello targato Gravina) per i quali sono già indagati Striano e il pm della Pna, Antonio Laudati.

Uno dei due atti potrebbe essere proprio l’indagine sui fondi della Lega. "Quando Striano è andato via (assegnato a un incarico non operativo e sottoposto a procedimento disciplinare ora sospeso, ndr) ha presentato una sorta di diario di tutte le pratiche che aveva fatto – riferisce Cantone – e ne abbiamo acquisite anche altre, tra cui quella sui fondi della Lega, oggetto di futuro approfondimento". Parlando alla commissione parlamentare antimafia, Cantone descrive l’attività frenetica di Striano nelle banche dati di Antimafia e Nucleo di polizia valutaria come un "verminaio". Una tale mole di dati che fa sospettare che Striano "non può aver agito da solo anche se a oggi non abbiamo prova di finalità ulteriori". Né di contropartite economiche nonostante siano stati "vivisezionati" i conti di tutti i familiari, né di contatti con servizi segreti stranieri. Sembra emergere che Striano fosse "a disposizione di molte persone, non solo giornalisti". "Un sistema ricattatorio? I testimoni sentiti fino ad ora ci hanno detto di no. Lavoreremo sulla sua rete", dice Cantone.

Quanto ai numeri il procuratore chiarisce che nei capi di imputazione provvisori sono indicati 800 accessi abusivi, dati scremati rispetto agli articoli usciti e a nomi di vip "ma in realtà le consultazioni sono molte, molte di più". Dal primo gennaio 2019 al 24 novembre 2022 Striano ha consulato 4124 Sos (segnalazioni operazioni sospette), 171 schede di analisi e 6 schede di approfondimento che hanno riguardato 1531 persone fisiche e 74 persone giuridiche. Sulla banca dati Serpico (in cui confluisono le dichiarazioni dei redditi, le transazioni bancarie e gli investimenti finanziari) il tenente ha cercato 1123 persone.

"Ma gli accessi potrebbero essere anche 3mila". Allo Sdi invece, in cui confluiscono le informazioni di polizia, i nomi cercati sono stati 1147. Quindi qualcosa come 10mila accessi. Cantone rivela che 33mila 528 sono i download di file (quindi scaricati). "Questo numero enorme di dati, informazioni e atti scaricati che fine ha fatto? E quanti di questi possono essere utili per 100 ragioni? All’interno ci sono informative banali ma anche dati coperti dal segreto", le parole del procuratore. Un altro aspetto evidenziato da Cantone riguarda l’apertura del fascicolo e il trasferimento a Perugia, quando Striano affermò di aver agito su input di Laudati. Nonostante Cantone sottolinei l’ottimo coordinamento con la procura di Roma, non sfugge alla Commissione la constatazione che il pm della capitale si rivolse direttamente a Laudati il 21 novembre per chiedere informazioni su Striano. Quindi il magistrato sapeva che c’erano accertamenti in corso. Al tenente il 12 gennaio sarà notificato l’avviso di garanzia, il 27 l’invito a comparire per l’interrogatorio.

La perquisizione – che dovrebbe essere un atto a sorpresa – sarà eseguita il successivo 10 marzo con l’acquisizione di cellulari e strumenti informatici. La procura di Roma affidò una consulenza tecnica sugli strumenti informatici in cui "non c’è prova che siano stati cancellati ma è evidente che ciò è avvenuto – sottolinea Cantone – perché nel telefono non ci sono chat anche con chi aveva frequentazione assidua e mail con alcuni soggetti solo datate ma non attuali". "Probabilmente – chiosa Cantone – il pm avrà ritenuto che era uno dei classici accessi per favorire l’amico giornalista e ha ritenuto di chiudere la partita lì". Ma la vendita delle Sos – rivela sempre il magistrato – non si è fermata nemmeno mentre uscivano le notizie sul dossieraggio. "C’è "un’indagine in corso alla procura di Roma". Davanti all’Antimafia Cantone chiarisce due circostanze, la prima per difendersi dall’accusa di attacco alla libertà di stampa: "È fondamentale, ne conosco limiti e diritti" e a chi parla di bolle di sapone ribatte: "Ne risponderà nelle sedi opportune, io non me ne sono mai occupato, nemmeno da bambino Ma il mio compito è individuare responsabilità penali". Su altro invece ha riferito direttamente al Copasir: un’audizione segreta su questione che riguardano la sicurezza.