Lunedì 29 Aprile 2024

Legge 194, la deputata M5s sbotta in Aula: “Io ho abortito, vergognatevi”. E scoppia il caso Italia-Spagna

Polemiche sulla norma che apre i consultori ai ‘Pro Vita’. Ministra spagnola critica l’Italia: “Consente pressioni organizzate sulle donne”. La replica di Meloni: “Madrid non dia lezioni”. La parlamentare Sportiello a Montecitorio: “Sono madre e 14 anni fa ho scelto di abortire. Nessuna donna che vuole interrompere la gravidanza deve sentirsi attaccata dallo Stato”

Gilda Sportiello, deputata M5s (Imagoeconomica)

Gilda Sportiello, deputata M5s (Imagoeconomica)

Roma, 17 aprile 2024 – Si scalda il clima politico sul tema aborto. Alla Camera oggi ad alzare la voce è stata la deputata  Gilda Sportiello (M5s). “Siamo noi donne che scegliamo cosa vogliamo nella nostra vita, se essere madri o se non essere madri. Nessuno ce lo concede o ci dà l'opportunità. Vi dovreste solo vergognare”, ha detto rivolta ai banchi della maggioranza. Oggetto dell’invettiva è il contestato emendamento di Fratelli d’Italia al dl Pnrr che di fatto aprirebbe le porte dei consultori ai ‘consulenti’ Pro Vita (antiabortisti). A Montecitorio si discuteva dell’ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle, a firma Sportiello, per tenere fuori dalle strutture sanitarie le persone “ideologicamente orientate” che “tentano di negare le tutele” alle donne. Odg bocciato con la sola astensione in maggioranza di due deputati di Forza Italia (Paolo Emilio Russo e Deborah Bergamini). Intervenendo nel dibattito, Sportiello ha chiamato in causa la sua esperienza personale.

L’invettiva di Sportiello in Aula: “Io ho abortito”

“Dico una cosa, sono madre, ho scelto di essere madre. Quattordici anni fa ho scelto di abortire, e sapete perché lo dico qui, nel luogo più alto della rappresentanza democratica di questo Paese, in cui ancora oggi qualcuno fa fatica a dire la parola 'aborto' o gli tremano le gambe quando si parla di aborto? Lo dico qui perché non vorrei che nessuna donna che in questo momento volesse abortire si sentisse attaccata da questo Stato. Perché – ha continuato –  una donna che oggi sceglie di ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza possa sapere che c'è uno Stato amico. Quando mi guardo allo specchio, non mi sento né colpevole né mi vergogno". Sportiello ha anche fatto sapere che il Movimento ha presentato “una proposta di legge a mia firma per inserire l'aborto in Costituzione”.

Le critiche dalla Spagna

Le critiche all’emendamento della maggioranza di governo arrivano anche dall’estero. In particolare dalla Spagna. "Consentire pressioni organizzate contro le donne che vogliono interrompere una gravidanza significa minare un diritto riconosciuto dalla legge – ha commentato su X, riferendosi al caso italiano 

Ana Redondo, ministra per l'Uguaglianza spagnola –  È la strategia dell'estrema destra: minacciare per togliere diritti, per frenare la parità tra donne e uomini”.

Meloni: “Madrid non ci dia lezioni”

Non si è fatta attendere la reazione della premier Giorgia Meloni. “Varie volte ho ascoltato ministri stranieri che parlano di questioni interne italiane senza conoscerne i fatti. Normalmente quando si è ignoranti su un tema si deve avere almeno la buona creanza di non dare lezioni”, ha commentato Meloni da Bruxelles, prima di recarsi al ricevimento del re Filippo dei Belgi. 

Dello stesso tenore la replica della ministra italiana per la Famiglia, Eugenia Roccella. “Suggerisco ai rappresentanti di altri Paesi di basare le proprie opinioni sulla lettura dei testi e non sulla propaganda della sinistra italiana, che si dichiara paladina della legge 194 (che ha liberalizzato in Italia l’aborto ndr) ma non ne conosce il contenuto o fa finta di non conoscerlo”. Secondo Roccella l’emendamento in questione “non fa altro che riprodurre alla lettera un articolo della legge in vigore da 46 anni”. 

Cosa prevede l’emendamento FdI

L’emendamento di Fratelli d’Italia al decreto Pnrr (su cui il governo ha chiesto e ottenuto la fiducia alla Camera) è stato inserito durante l’esame in commissione Bilancio. Di fatto riformula una norma relativa alla Legge 194, sulla interruzione volontaria di gravidanza. Prevede che "le Regioni organizzano i servizi consultoriali nell'ambito della Missione 6, componente 1, del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche della collaborazione di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel campo del sostegno alla maternità". Ed è proprio nell’espressione “soggetti del terzo settore” (non medici, né psicologi dunque) con “qualificata esperienza nel sostegno alla maternità” che le opposizioni leggono un via libera ai Pro Vita e una minaccia all’autonomia di scelta della donna.