Mercoledì 2 Ottobre 2024

Poca ricerca. Atenei italiani retrocessi, meglio in Cina

L'Italia perde competitività nell'istruzione universitaria secondo il Center World University Rankings 2024. Il calo è dovuto alla ricerca e alla concorrenza globale. Ulteriori investimenti sono necessari per migliorare le performance future.

Poca ricerca. Atenei italiani retrocessi,  meglio in Cina

Poca ricerca. Atenei italiani retrocessi, meglio in Cina

L’Italia sta perdendo competitività, a livello internazionale, nell’ambito dell’istruzione universitaria. A dirlo è l’edizione 2024 della classifica redatta annualmente dal Center World University Rankings (Cwur). Se è vero, infatti, che sono 67 le università italiane a figurare nella lista di quest’anno, il 75% di esse perde posizioni. L’ateneo romano La Sapienza - che guida la classifica italiana - perde otto posizioni, arenandosi al 124mo posto. Scendono anche l’Università di Padova (che passa dal 171° al 173° posto e quella di Milano (dal 180° al 186°).

Nella classifica di quest’anno, solo 16 atenei migliorano la propria performance rispetto allo scorso anno, mentre 51 perdono posizione. IL CALO DELLE UNIVERSITÀ ITALIANE È DOVUTO AL CALO DEI RISULTATI DELLA RICERCA, in un contesto di crescente concorrenza globale da parte di università ben finanziate.

"È chiaro - commenta Nadim Mahassen, presidente del Center for World University Rankings - che la posizione dell’Italia nel campo dell’istruzione e della ricerca è sempre più sotto pressione a seguito della crescita dei sistemi di istruzione superiore in tutto il mondo; solo in Cina gli investimenti in ricerca sono cresciuti del 33%. Senza ulteriori investimenti pubblici in ricerca e sviluppo, l’Italia rischia di diminuire ulteriormente in futuro le proprie performance".

Sono quattro i parametri presi in considerazione dallo studio: qualità dell’istruzione (25%), occupabilità (25%), qualità dei docenti ( 10%) e ricerca (40%). Quest’anno sono state classificate 20.966 università e quelle che si sono classificate ai primi posti sono entrate nella lista ‘Global 2000,’ che comprende atenei ed enti di ricerca di 94 paesi.