Di andare ai cocktails con la pistola non ne posso più.
Piña colada o coca cola non ne posso più... Quando a Londra il comando di questa galera mi sembrò un affare.
Un comandante per quanto giovane dovrebbe stare in mare. La compagnia non fece storie. No no no e lo credo bene, portare esplosivo ai fuoriusciti mica a tutti conviene. Oh mamacita Panama dov’è? Ora che stiamo in mare sull’orizzonte ottico non c’è, si dovrà pur vedere.
Signori ancora del tè, fra breve il porto di attracco darà segno di sé.
La canzone, che dà il titolo al sesto album in studio di Ivano Fossati ’Panama e dintorni’, uscito nel 1981, è una delle poche che ricordi che riesca a dare vita, in una manciata di minuti e di note, a un racconto di avventure completo, indolente e contemporaneo, ricco di metafore e di soluzioni musicali interessanti. "Panama è l’altrove, il ’Cuore di tenebra’ di Joseph Conrad. Almeno quello che si può trovare di Conrad in tre minuti di canzone", afferma lo stesso Ivano Fossati nel libro ’Tutto questo futuro. Storie di musica, parole e immagini’, pubblicato per Rizzoli nel 2011. Il pezzo, che si lascia cullare da un piacevole incedere reggae, si colora di suggestioni pop mentre svela pian piano i suoi echi letterari, evocando avventure caraibiche e annoiate relazioni interpersonali su una nave che sembra strizzare l’occhio alle atmosfere del Titanic. Un brandello di letteratura - canzone, che tratteggia un avventuroso viaggio interiore.