Lunedì 29 Aprile 2024

Estorsioni, droga e armi in carcere: 32 persone coinvolte in una rete nazionale

Sono 19 gli istituti penitenziari (dal Piemonte alla Sicilia) finiti nel mirino della Dda di Napoli. A gestire il traffico la Camorra, la merce veniva recapitata con droni truccati per bucare la ‘no fly zone’

Napoli, 19 marzo 2024 – Estorsioni, droga e armi in carcere: una rete illegale che gestiva il traffico in 19 istituti penitenziari in tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia. Il traffico era in mano alla Camorra napoletana, la merce veniva trasportata con droni truccati per bucare le ‘no fly zone’. 

Sono 32 le persone coinvolte nel traffico illegale portato allo scoperto durante le indagini. Dalle prime ore di questa mattina, la polizia ha eseguito le misure cautelari ordinate dalla Direzione distrettuale antimafia.

Panetti di droga e droni sequestrati nelle carceri dalla polizia penitenziaria
Panetti di droga e droni sequestrati nelle carceri dalla polizia penitenziaria

Il tariffario della Camorra

C'era un vero e proprio tariffario da parte di un 'service’ a disposizione della criminalità per fare entrare droga e telefonini nelle carceri e, in un caso, anche un'arma. Mille euro per uno smartphone, 250 per un telefonino tradizionale e fino a 7.000 euro per mezzo chilo di stupefacente. È quanto svelato da una doppia inchiesta della Dda di Napoli che nella mattinata di oggi ha portato all'esecuzione di 32 misure cautelari.

Gratteri: “Servono disturbatori di frequenze”

"Mediamente ci sono 100 telefonini in ogni carcere. Da prima delle rivolte del 2020, ho chiesto di installare jammer in ogni carcere, a cominciare da quelli di massima sicurezza. Ancora oggi siamo in attesa di sapere se l'amministrazione del Dap comprerà i disturbatori di frequenza". A dirlo è il procuratore Nicola Gratteri, nel corso di una conferenza stampa presso la Procura di Napoli durante la quale sono stati illustrati i numeri di una maxi operazione di polizia di stato e Polizia Penitenziaria, con 32 arresti per associazione di tipo mafioso, estorsioni, traffico di stupefacenti, detenzione di armi da fuoco ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. "Si potrebbe partire da Secondigliano, Rebibbia, Milano Opera, dalle carceri più grandi – ha detto Gratteri – un jammer costa 60mila euro. Sarebbe un grande risparmio per la Giustizia. Il fenomeno è nazionale, si fa graduatoria per presenza di detenuti alta sicurezza e dotare di disturbatori di segnale". Sono 19 le carceri interessate da nord a Sud, dal Piemonte alla Sicilia. "È importante che l'opinione pubblica sappia cosa accade sul territorio e capire se fidarsi o meno di noi e della Procura", ha aggiunto il procuratore di Napoli"

I reati

Tra i reati ipotizzati, associazione di tipo mafioso, estorsioni, traffico di stupefacenti, detenzione di armi da fuoco e accesso indebito ai cellulari, fatti recapitare illegalmente ai detenuti per gestire gli ‘affari’.

Non è la prima volta che accade: nell’ottobre del 2022, era stato arrestato il garante dei detenuti di Napoli, Pietro Ioia, accusato di avere introdotto cellulari e droga nel carcere napoletano di Poggioreale.

Notizia in aggiornamento

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