Domenica 6 Ottobre 2024
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Moda

Sostenibilità anche in acqua. Guida ai costumi da bagno amici del pianeta

Che si indossi in piscina o in acque libere, la scelta del costume ideale è molto importate, sia dal punto di vista dello stile che dell'ambiente

Photo courtesy: Tide + Seek facebook account

Photo courtesy: Tide + Seek facebook account

La sostenibilità nel campo della moda è un tema ampiamente discusso e, per far sì che sia anche applicato, è necessario declinarlo in tutti i campi, beachwear incluso. Che si tratti di un bikini, trikini o che sia intero, la scelta del costume da bagno ha un ruolo fondamentale sia in fatto di comodità e stile che in tema di salvaguardia del pianeta. Poco importa se il pezzo in questione verrà indossato pochi giorni all'anno o se avrà la fortuna di essere sfoggiato nell'arco dei dodici mesi, i consigli di base per la scelta non variano a seconda della frequenza di utilizzo. Rispetto ad altri capi d'abbigliamento, infatti, i costumi da bagno rappresentano un mondo a sé in fatto di materiali. A garantire l'elasticità e l'asciugatura rapida, infatti, sono spesso materie prime plastiche o derivate dal petrolio. Considerato il loro utilizzo, va da sé che la dispersione di microplastiche in mare e negli oceani è garantita. Per ovviare, o per lo meno arginare il problema, molti brand stanno cercando di ridisegnare il mondo dei costumi da bagno, con un occhio di riguardo al pianeta. Per compiere l'ardua impresa, la soluzione sono le fibre riciclate.  

Come scegliere un costume e come garantirgli una lunga vita

Le caratteristiche fondamentali nella scelta di un costume da bagno, al di là del gusto personale si intende, sono principalmente due: la vestibilità e la rapidità di asciugatura. Terzo fattore essenziale nell'orientare la scelta dovrebbe essere la sostenibilità, un criterio che, fortunatamente, si sta facendo sempre più largo negli ultimi anni. Ad accomunare i tre parametri sono i materiali utilizzati per realizzare il capo d'abbigliamento che per eccellenza rappresenta l'estate. Colori e forme non sono più i soli a creare uno stile distintivo in spiaggia o in piscina, prima dell'acquisto è necessario leggere i componenti sull'etichetta. Il nylon utilizzato deve essere rigenerato e possibilmente rigenerabile, come nel caso di Econyl, ricavato da rifiuti riciclati come reti da pesca, scarti di tessuto, tappeti e plastica industriale. I costumi possono essere realizzati con altri materiali riciclati quali le fibre di poliestere ottenuto dalle comuni bottigliette di plastica. Una volta capito come leggere e scegliere l'etichetta, per una sostenibilità che coinvolga l'intero ciclo produttivo, l'ideale è verificare quali certificazioni abbia l'azienda, per assicurarsi che i diritti dei lavoratori siano rispettati e che la catena di produzione e distribuzione sia etica. Anche in fatto di costumi da bagno, gioca un ruolo fondamentale la cura dei dei capi acquistati. Investire in capi che che durino nel tempo è il punto di partenza, lavarli seguendo le istruzioni e averne la giusta cura anche in fase di smaltimento è il giusto processo che ne fa seguito.

I brand da tenere d'occhio

Trovare costumi da bagno che non siano una potenziale minaccia per l'ambiente non è più un miraggio. Dai brand più rinomati nel campo a quelli meno conosciuti, i designer del beachwear di tutto il mondo si stanno impegnando per la causa. A livello europeo, l'inglese Tide + Seek utilizza per i suoi costumi da bagno i tessuti Repreve, una fibra di poliestere che di solito è prodotta al 100% da bottiglie di PET riciclate. Il tessuto ottenuto è resistente al cloro e ha una protezione solare di fattore 50. Le line di questo brand sono adatte sia per gli sport acquatici che per rilassarsi. Stay Wild, realizza bikini in Econyl e si impegna in un progetto circolare, smaltendo anche capi di altri marchi. Ruby Moon, oltre a scegliere materiali e tecniche sostenibili, investe il 100% dei suoi profitti in microprestiti per aspiranti imprenditrici, descrivendosi dunque come "activewear per attivisti". Tanti altri i brand che seguono una via simile a quelli appena descritti. Batoko, Two Thirds, Koraru, per citarne altri in Europa, ma anche l'italiana Soloblu che utilizza nylon creati con filati rigenerati da reti da pesca e scarti di plastica. Ad impegnarsi per il pianeta sono anche brand più noti come Roxy, Billabong e O'Neill che propongono linee realizzate in nylon riciclato e riciclabile. Non da meno è poi il mondo della moda, con nomi del calibro di Stella McCartney, spesso impegnata nella salvaguardia del pianeta e dunque attenta ai materiali scelti.