I baffi a manubrio sono da sempre considerati simbolo di virilità e saggezza, che per essere portati presuppongono una personalità piuttosto spiccata. Impossibile passare inosservati con un bel paio di riccioloni sopra le lebbra e forse questa, è anche una delle ragioni che stanno spingendo sempre più uomini a scegliere questa strada. Il prezzo da pagare per poterli sfoggiare però, è piuttosto alto in termini di tempo, attenzione e cura. Ci vuole un livello di manutenzione parecchio elevato poiché è un attimo trasformare il raffinatissimo baffo a manubrio in un obbrobrio peloso che trasmette trascuratezza e scarsa igiene.
Come curare i baffi a manubrio
Esistono moltissimi prodotti ideati appositamente per la cura di barba e baffi, e attenzione a non scambiarli con quelli per capelli per superficialità; c'è pelo e pelo. L'olio è un must per mantenere i nostri protagonisti ben idratati, spessi, morbidi e in salute, mentre la cera è un cosmetico chiave per modellare i baffi a nostro piacimento. Su come farlo, lo vedremo però nel prossimo paragrafo. Nel taglio invece, bisogna prestare attenzione soprattutto ai peletti che sporgono sul labbro superiore, un dettaglio apparentemente superfluo ma che fa la differenza tra un look curato e uno superficiale.
Come modellare i baffi a manubrio
Armiamoci di spazzola o pettine a denti stretti, cera e, inizialmente, una bella dose di pazienza. Partiamo col dire che i tempi sono abbastanza lunghi per far crescere i baffi, almeno un paio di mesi ci vogliono tutti per avere i peli alla giusta lunghezza per modellarli con il ricciolo. Terminato il tempo di incubazione, passiamo al procedimento vero e proprio. Laviamoli prima con un sapone apposta, risciacquiamo, asciughiamo e passiamo la spazzola o il pettine a denti stretti verso il basso. Questo manterrà il baffo morbido e pronto per essere lavorato. Prediamo una piccola quantità di cera sulle dita e, partendo dal centro andando verso l'esterno, passiamo il prodotto. Una volta giunti all'estremità, possiamo eseguire la rotazione, processo che faremo mentre sfreghiamo i peli fra le dita per farli unire, evitando così quei baffetti ribelli che "sparano". Ripetiamo un paio di volte il procedimento fino a risultato ottenuto.
I tipi di baffi a manubrio: classico e variante "Poirot"
Ora che sappiamo come ottenerli, vediamo i vari modelli possibili; ne esistono cinque. Partiamo da quello classico, decisamente il tipo più in voga nell'ultimo periodo, come quello in foto. Semplicemente inconfondibile. Due riccioli spessi e ben accentuati che di passare inosservati proprio non ne vogliono sapere. Le loro dimensioni possono variare, passando da appena dopo la fine delle labbra a metà guancia. Da questa base classica, si sono sviluppati altri tipi più o meno diffusi. Quello più simile è il piccolo manubrio. Già il nome lascia intendere che la differenza con i classici riguarda la dimensione, in quanto sono più concentrati verso l'interno. Dei baffi a dir poco iconici, passati alla storia soprattutto grazie a David Suchet, attore che ha interpretato il celebre investigatore francese, padron belga, Hercule Poirot nell'omonima serie televisiva.
I tipi di baffi a manubrio: le varianti storiche
Le tre varianti rimanenti invece, hanno più che altro una valenza storica, visto che praticamente nessuno il porta al giorno d'oggi. Partiamo con il baffo imperiale, un nome che è tutto un programma. Tipico degli uomini di potere europei del Settecento e diventato popolare ad inizio del XX secolo durante la Belle Epoque, è caratterizzato da una parte centrale molto folta e da due riccioli piccoli alle estremità. A differenza della variante "Poirot" sono più estesi, arrivando anche a metà guancia. In disuso ci è finito anche il baffo all'inglese, probabilmente per la difficoltà nel mantenerlo. Non serve grande manualità per modellarlo, in quanto per ottenerlo basta distenere orizzontalmente le estremità dei baffi verso le guance, senza creare il ricciolo all'insù. Il problema è legato alla cera scelta per plasmarlo che, se di bassa qualità o se utilizzata con troppa parsimonia, porterebbe inevitabilmente le estremità ad afflosciarsi piano piano, creando un effetto veramente terribile. Chiudiamo con il baffo ungherese, una versione molto affascinante e sicuramente carismatica, ma decisamente poco pratica. I peli vanno fatti crescere fin sotto il livello delle labbra, mantenendo un volume considerevole, per poi accennare una leggera curvatura alle estremità. Tipico soprattutto dei militari dell'est Europa, questo tipo di baffo prende il nome dall'impero austroungarico, dove erano molto popolari.
Come abbinarli
Se si sceglie di portare i baffi a manubrio, diventa fondamentale accoppiarci anche un look adeguato. Non per fare i pignoli ma l'abbinamento con tuta e scarpe da ginnastica potrebbe stonare così tanto da risvegliare dall'oltre qualche generale austriaco del XIX secolo piuttosto imbronciato. Scegliere quindi un outfit più ricercato farebbe esaltare non solo il nostro bel paio di baffi, ma anche l'abbigliamento facendo trasparire una spiccata personalità. Completi con fantasie a quadri, camicia e gilet con un denim pratico e comodo, arrivando persino a una semplice shirt strutturata da abbinare a un cardigan, un paio di pantaloni sartoriali e un mocassino; tutte idee che si sposano perfettamente con dei baffi a manubrio e adatti veramente a tutti. Non trascuriamo neanche l'intramontabile camicia a quadri, quella da boscaiolo per intenderci, che darebbe al look quel tocco un po' hipster che ci sta perfettamente con i baffi a manubrio. Non è necessario il frak o un gessato, ma anche capi semplici e quotidiani che con i giusti tocchi possono dare lo stesso effetto, in un gioco dove gli accessori hanno un ruolo fondamentale.