Giovedì 5 Dicembre 2024
PIERO DEGLI ANTONI
Magazine

Verso Sanremo. Conti chiama Cattelan: "Per voi giovani: nel nome del talent"

Parte stasera su Raidue la prima sfida del prossimo Festival. E Carlo rilancia Alessandro: "Co-conduttore all’Ariston per il gran finale" .

Verso Sanremo. Conti chiama Cattelan: "Per voi giovani: nel nome del talent"

Carlo Conti (63 anni). Nella foto in alto con Alessandro Cattelan, 44 anni

Per voi giovani. I conduttori passano, Sanremo resta. Come Riccardo Cuor di Leone, Carlo Conti torna sul trono del Festival. Il suo principe ereditario è Alessandro Cattelan, forse un giorno destinato a prenderne il posto. Per voi giovani, dicevamo. Perché Re Carlo, appena impossessatosi dello scettro, ha voluto dare la sua impronta. Torna Sanremo Giovani (stasera su Raidue in seconda serata), che il re abdicato Amadeus aveva cancellato. Quattro puntate su Raidue. Finalissima su Raiuno il 18 dicembre, titolo Sarà Sanremo, in cui verranno proclamati i 4 giovani destinati alla categoria superiore; i nomi degli artisti big che si sfideranno dall’11 al 15 febbraio verranno resi noti da Conti il 2 dicembre al Tg1 – durante la finalissima di Sarà Sanremo ognuno di loro annuncerà il titolo della canzone che porterà in gara.

Quali giovani, però? "Intanto abbiamo abbassato l’età massima per partecipare, da 28 a 26 anni (a partire dai 16) perché oggi con i social si può avere un grande successo molto più facilmente. Su 540 proposte, la giuria ha selezionato 24 aspiranti artisti che in qualche caso non hanno nemmeno i social, che hanno inciso il brano nella loro cameretta, che non si sono mai esibiti, insomma che sono davvero sconosciuti", spiega Conti. Come si svolgerà questo torneo minore? A ogni puntata si sfideranno, a due a due, sei concorrenti, con tre eliminazioni. "Crudele, ma necessario", ha osservato Cattelan che appunto sovrintenderà la sfida. "In dieci anni di X Factor ho capito che il cuore pulsante dei talent sono proprio le eliminazioni." Talent, appunto, perché in Rai vogliono che Sanremo Giovani sia un vero talent. Senza però indulgere troppo nel privato, "ci sarà un breve clip per raccontare l’artista", ha detto Conti, "ma centrale resta la musica."

La bella notizia è che il programma durerà soltanto un’ora, yuppieee. Ci sarà posto anche per il dialetto, dopo il fenomeno Geolier? "Certo, il mondo è cambiato. Dieci anni fa la hit parade aveva, nei primi dieci posti, otto titoli stranieri e due italiani. Dieci anni dopo la percentuale è rovesciata. Benissimo anche il dialetto, purché almeno una parte sia in italiano". E l’autotune, quel maledetto marchingegno che fa intonare anche un gatto in amore? "Ormai è uno strumento come gli altri", risponde Cattelan, "proibirlo oggi sarebbe come proibire, che so, la batteria." Interviene il dirigente Rai Claudio Fasulo a precisare: "L’autotune sarà usato solo come effetto vocale, e non come correttore di intonazione".

Cattelan e i talent, ma non dovevamo vederci più? "Ho chiuso con X Factor dopo dieci anni perché volevo cambiare. Se mi avessero proposto Sanremo Giovani l’anno seguente, avrei detto di no. Ma ormai sono passati quattro anni..." Conduttore giovane per i giovani? "È un’etichetta che mi danno i mass media, ma io ormai da un po’ non mi sento più giovane, ho 44 anni, sono sposato, ho due figli, 23 anni di carriera alle spalle...". Dica la verità, un pensierino al festivalone l’ha fatto... "Non credo che salirò mai su quel palco. Per Sanremo ci vuole un conduttore “largo“ come Carlo (nel gergo televisivo, con “largo“ si intende qualcuno che arriva a tutto il pubblico, grandi, piccoli, giovani e anziani, ndr). Io so fare il mio lavoro ma sono un po’ di nicchia. Sanremo non è necessariamente il punto di arrivo".

Ma qui Conti gli riserva una sorpresa: "Visto che dici così, allora ti annuncio che sabato sera, nella serata finale del Festival, ti voglio accanto a me. Sarai co-conduttore". Commozione in sala. Lo scudiero non si limiterà però solo, per modo di dire, al Sanremo Giovani, e alla serata finale. Carlo Conti gli ha riservato l’angolo privilegiato del Dopofestival, anche questo ripescato dalla soffitta dove l’aveva abbandonato Amadeus. Eh già, perché il Festival di Carlo II durerà meno, molto meno delle elefantiache edizioni del buon Ama, anche a costo di pagare qualcosa in termini di share. Presto e bene raro avviene. Ma in questo caso sicuri che andrà così.