Mercoledì 8 Maggio 2024

A Soundcheck Mr. Rain racconta il suo pianeta: “Via dal presente”

L’artista intervistato da Andrea Spinelli presenta il nuovo album pensando al film “Interstellar“

“Alcuni dicono che la pioggia è brutta, ma non sanno che permette di girare a testa alta col viso coperto di lacrime” andava ripetendo un animo lacerato come Jim Morrison. E Mr. Rain, che già dallo pseudonimo certi umori sembra conoscerli bene, nel nuovo album Pianeta di Miller non ci pensa su due volte a legare certe sue oscillazioni del cuore ai maremoti dell’astro oceanico raccontato da Christopher Nolan in Intestellar.

"Oltre ad essere uno dei miei film preferiti, Intestellar racconta di un pianeta colmo d’acqua molto vicino alle sensibilità di uno che riesce a scrivere le sue canzoni solo nei giorni di pioggia come me” racconta Mattia Balardi, anzi Mr. Rain, sulla poltrona di Sound Check, il format musicale disponibile sulla pagina web e sui social del nostro giornale. “Pure l’estraniamento del protagonista, il pilota della Nasa Joseph Cooper, è simile al mio, che mi sento perennemente proiettato nel passato o nel futuro, incapace di vivere il presente. Questo mi rende il nemico di me stesso perché la cosa si ripercuote tanto sulla mia vita pubblica che privata. Ecco perché ho cercato di realizzare un disco molto suonato, caratterizzato da un’ampia tavolozza cromatica e da una varietà espressiva che non penso di aver mai avuto prima”.

Tre brani da mettere subito nella playlist del cellulare?

"Figli della notte perché è dedicata a quelli che vengono ad ascoltarmi nei live, un inno per la mia gente; Sempre un po’ di te, perché è un discorso con il me stesso di un tempo, il ragazzo pieno d’insicurezze, timoroso di mostrarsi agli altri; Paura del buio, perché si rivolge al me bambino rassicurandolo che prima o poi riuscirà a vincere il timore dell’oscurità”.

Al di là del 17° posto, soddisfatto del Festival?

"Come l’anno scorso, quando sono arrivato terzo, ho fatto Sanremo non per scalare le classifiche, ma per arrivare al cuore della gente. Per contribuire con la mia musica ad accompagnare le persone attraverso le proprie fragilità. Ringrazierò sempre il Festival di avermi dato questa opportunità e questa consapevolezza".

Sulle due altalene della canzone c’è il peso dell’assenza.

"Sono tornato a Sanremo per omaggiare le persone che ci hanno lasciato, ma anche quelle rimaste a fare i conti con la fatica del ricordo".

Clara e Sangiovanni sono in questo disco. Che pensa del fatto che il suo amico Sangio ha deciso di fermarsi e rinviare tutte le attività?

"Trovo, la sua, una scelta giusta. Se non ti senti bene con te stesso, non puoi andare avanti. Anch’io nel 2019 ho passato un momento simile e so cosa significa; non ho scritto canzoni per due anni. Quindi ci vorrà tempo, ma Sangio è una persona d’oro e ce la farà”.

A novembre l’attende il suo primo tour nei palasport (fra l’altro Ancona il 9 novembre, Montichiari il 13, Firenze il 28 ed Assago il 30). Chi le piacerebbe avere accanto?

" Spero ancora Sangio, come accaduto nei concerti dell’estate passata. Ma anche altri amici come Annalisa o Irama». C’è una canzone che le ronza in testa? «Prima di Sanremo, diverse di NF e di qualche altro rapper. Ora solo Tuta gold di Mahmood”.

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