Ho paura di tutto è l’ultimo singolo dei Santi Francesi, il duo formato da Alessandro De Santis e Lorenzo Francese, che il pubblico del Festival di Luce!, sabato, ha ascoltato dal vivo prima di tutti gli altri. Una canzone che è un inno all’accettazione di un sentimento solitamente bistrattato, tenuto ai margini. Una chiusura in musica e in leggerezza, la loro esibizione live, a conclusione di una lunga giornata dibattuta in lungo e in largo sul tema dell’IA. "Non si può guardarla con odio, essendo nuova spaventa. Noi usiamo la tecnologia nella produzione musicale come ausilio – ha spiegato Lorenzo –. Deve rimanere al servizio della creatività umana perché quando diventa generatore di idee rischia di uniformare, appiattire". "La verità è molto più potente di quello che pensiamo – ha aggiunto Alessandro De Santis – magari arriveremo a un punto in cui sarà più difficile riconoscere l’IA, ma non credo riesca a spostare uno spettatore. Finché noi esseri umani meravigliosi avremo qualcosa da dire, diciamolo noi". Prima di loro, sul tema, ha detto la sua anche un altro giovanissimo dello spettacolo, Pietro Morello, operatore umanitario, creator e musicista da quasi 4 milioni di followers. "Dobbiamo impegnarci perché venga usata come strumento di prevenzione delle guerre e di progettazione di nuove tecnologie che salvino la vita, piuttosto che distruggerla". Così come secondo Noemi, andrebbe tutelata la creatività: "penso che l’IA sarà un grande aiuto, ma purtroppo anche una mezza condanna. Assorbirà quella che è la creatività umana e darà molto spago alla noia, alla pigrizia, rendendo tutto troppo semplice, livellando il desiderio di migliorarsi dell’essere umano". Più ottimista, invece, l’altra cantautrice sul palco, Gaia. "Con coscienza può essere uno strumento utilissimo, anche a livello artistico. Ovvio che se non c’è controllo, può essere pericoloso".
T.S.