Lunedì 6 Maggio 2024

San Valentino, la beffa dei messaggi sospesi

Negli Usa oltre 168mila persone hanno trovato sugli smartphone sms di febbraio mai consegnati. Ma intanto l’amore era finito

San Valentino, foto generica

San Valentino, foto generica

Succede da sempre ai calzini: uno dei due a un certo punto sparisce e se per caso ritorna è l’altro ad avere preso il volo. Questo scarto nel contatto che lascia spaiati, dovuto certamente al capriccio di un buco nero, si è verificato purtroppo nei due ambiti in cui siamo più vulnerabili: la comunicazione e l’amore.

Negli Stati Uniti più di 168 mila persone nei giorni scorsi hanno ricevuto sms spediti il giorno di San Valentino e rimasti appesi per 8 mesi al sistema di messaggistica delle principali compagnie telefoniche. Si presume, vista la ricorrenza, che molti puntassero dritto al cuore. Si conferma, vista la dipendenza della nostra salute mentale dall’efficienza dei cellulari, che si è trattato di una tragedia nella trama sgangherata della commedia umana.

Il filosofo Zygmunt Bauman non lascia speranza: “Il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento nella comunicazione”. Le parole possono aprire crepe fra due persone. Ma quelle che non arrivano a destinazione scavano voragini e cambiano il corso delle storie. Uno il 14 febbraio manda un sms per dichiararsi o cementare un sentimento o ricucire. Da quelle righe dipende la sua vita e non lo sa. Il messaggio fa la fine del calzino, viene risucchiato nel limbo degli spaiati e risputato fuori solo fra il 6 e il 7 novembre. In certi casi per fare la frittata basta la latenza di un giorno ma in otto mesi la gente cambia pelle, idea, status sociale. E magari muore.

L’amore professato in inverno l’autunno successivo è un paese straniero. Si parlano lingue diverse, dopo avere digerito la delusione e il rancore c’è posto solo per una domanda: “Cosa vuole questo (questa) qui?”. Impossibile prendersela con il postino come negli strazianti equivoci fomentati da una lettera mai arrivata dalla Russia: lui diceva aspettami e nessuno ha biasimato lei per non avere aspettato. Coltiviamo la pericolosa illusione che la tecnologia non faccia errori. O che ci avverta se li fa. Ricrediamoci. Condividiamo confusione imbarazzo e tristezza con le migliaia di americani beffati dal rigurgito postumo del dio dei messaggi. Travolti da capitoli creduti chiusi hanno raccontato il rimbalzo sui social e gli operatori telefonici, più sorpresi di loro, non hanno saputo dare spiegazioni convincenti per il disguido.

Perché proprio il giorno di San Valentino? Per caso c’è lo zampino di un single vendicativo che non sopporta di vedere la gente innamorata? Ci faranno sapere. Intanto il sito di tecnologia The Verge spiega che il problema ha riguardato sia gli iPhone sia gli smartphone Android collegati ai principali operatori come AT&T, Sprint, Verizone e T-Mobile. E che le ricadute psicologiche sugli utenti in certi casi sono state pesanti. Pensate al ragazzo che a San Valentino aveva un amore e adesso riceve i suoi auguri anche se di mezzo c’è stato il funerale del mittente. O alla signora che legge il nome della migliore amica, anche lei scomparsa di recente, e prova a raccontare cosa si prova: “Pensavo di cominciare a stare meglio ma questa cosa ha riaperto la ferita”.

Un’altra persona ha raccontato di avere ricevuto l’sms in cui la sorella le annunciava con gioia la guarigione della madre, scomparsa a giugno. E una signorina è stata contattata dall’ormai ex fidanzato, che nel frattempo è riuscito a farsene una ragione. Le compagnie si scusano ma il danno è enorme, il confine fra i vivi e i morti è stato profanato. Se avevamo ancora voglia di fare i grossi prendiamola bassa: il nostro destino non è poi diverso da quello dei calzini.

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